2010-11-09 12:11:00

Il cardinale Bagnasco in apertura della 62.ma Assemblea della Cei: Italia "inceppata", serve "uno scatto in avanti"


“Non è più tempo di galleggiare”. Occorre “cambiare registro, fare tutti uno scatto in avanti concreto verso soluzioni utili al Paese e il più possibile condivise”. È stato invece questo l’invito rivolto dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella sua prolusione in apertura della 62.ma Assemblea generale dei vescovi italiani. Tra i temi affrontati anche quello degli abusi sessuali: La Chiesa italiana non era preparata a reagire nel modo dovuto allo scandalo, per il quale - ha spiegato - "ci sono storture della psiche che necessitano di un pronto isolamento e di cure particolari, oltre che di una sanzione commisurata alle ingiustizie". Un fronte, quest’ultimo, sul quale ha ribadito il “solenne impegno” della Chiesa. Linda Giannattasio:RealAudioMP3

È un invito alla politica e alla sua dimensione culturale e morale, quello rivolto dal cardinale Angelo Bagnasco, che registra a livello della scena politica italiana una caduta di qualità – da soppesare, dice, – senza sconti né strumentalizzazioni se davvero si hanno a cuore le sorti del Paese e non solamente quelle della propria parte. “Come sacerdoti – ribadisce il porporato – siamo angustiati per l’Italia, che scorgiamo come inceppata nei suoi meccanismi decisionali, mentre il Paese appare attonito e guarda disorientato”. Forte allora l’invito a “cambiare registri”, a “fare tutti uno scatto in avanti concreto e stabile verso soluzioni utili al Paese e il più possibile condivise” perché, sottolinea, “non è più tempo di galleggiare”. Il porporato auspica inoltre un piano emergenziale sull’occupazione e si chiede se sia possibile convocare governo, forze politiche e parti sociali, lasciando “da parte ciò che divide”. La politica deve interessare i cattolici, spiega poi il cardinale Bagnasco, secondo il quale sarà bene interrogarsi su come favorire la maturazione spirituale e culturale richiesta a chi desidera entrare in politica e preparare i giovani a quella leadership che – dice – difficilmente può essere improvvisata.

Il porporato affronta poi il tema del percorso dei seminaristi verso il sacerdozio e del bisogno di nuovi sacerdoti oggi in un momento in cui – sottolinea – l’uomo cerca rifugio nell’ebbrezza e nella violenza. Dai seminaristi ai giovani, in vista della prossima Giornata mondiale della gioventù di Madrid 2011, poi un richiamo al valore della vita e a tutti quei valori fondamentali come il matrimonio fra un uomo e una donna, la famiglia, la libertà religiosa ed educativa. Di qui, spiega il cardinale Bagnasco, il ruolo della religione nell’ambito politico-sociale, che – afferma – non è quello di “fornire le norme obiettive che regolano il retto agire”, nè quello di “proporre soluzioni politiche concrete”, bensì di “aiutare nel purificare e gettare luce nell’applicazione della ragione, nella scoperta dei valori morali oggettivi”. Il presidente della Cei ricorda poi la missione educativa della Chiesa, al centro degli ultimi Orientamenti pastorali della Cei per il prossimo decennio. Il cardinale Bagnasco invita, infatti, a chiedersi cosa si stia realmente facendo per mantenere il patrimonio spirituale e morale indispensabile anche all’uomo postmoderno e sottolinea che crescere “non è un automatismo legato all’età”, ma richiede capacità di riflessione e coltivazione di sé. Quindi, un pensiero va al recente Sinodo per il Medio Oriente, alla difficile condizione dei cristiani in Iraq, “bersaglio continuo di attentati sanguinosi” - ai caduti in Afghanistan e alle loro famiglie.







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