Il cardinale Bagnasco in apertura della 62.ma Assemblea della Cei: Italia "inceppata",
serve "uno scatto in avanti"
“Non è più tempo di galleggiare”. Occorre “cambiare registro, fare tutti uno scatto
in avanti concreto verso soluzioni utili al Paese e il più possibile condivise”. È
stato invece questo l’invito rivolto dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della
Cei, nella sua prolusione in apertura della 62.ma Assemblea generale dei vescovi italiani.
Tra i temi affrontati anche quello degli abusi sessuali: La Chiesa italiana non era
preparata a reagire nel modo dovuto allo scandalo, per il quale - ha spiegato - "ci
sono storture della psiche che necessitano di un pronto isolamento e di cure particolari,
oltre che di una sanzione commisurata alle ingiustizie". Un fronte, quest’ultimo,
sul quale ha ribadito il “solenne impegno” della Chiesa. Linda Giannattasio:
È un invito
alla politica e alla sua dimensione culturale e morale, quello rivolto dal cardinale
Angelo Bagnasco, che registra a livello della scena politica italiana una caduta di
qualità – da soppesare, dice, – senza sconti né strumentalizzazioni se davvero si
hanno a cuore le sorti del Paese e non solamente quelle della propria parte. “Come
sacerdoti – ribadisce il porporato – siamo angustiati per l’Italia, che scorgiamo
come inceppata nei suoi meccanismi decisionali, mentre il Paese appare attonito e
guarda disorientato”. Forte allora l’invito a “cambiare registri”, a “fare tutti uno
scatto in avanti concreto e stabile verso soluzioni utili al Paese e il più possibile
condivise” perché, sottolinea, “non è più tempo di galleggiare”. Il porporato auspica
inoltre un piano emergenziale sull’occupazione e si chiede se sia possibile convocare
governo, forze politiche e parti sociali, lasciando “da parte ciò che divide”. La
politica deve interessare i cattolici, spiega poi il cardinale Bagnasco, secondo il
quale sarà bene interrogarsi su come favorire la maturazione spirituale e culturale
richiesta a chi desidera entrare in politica e preparare i giovani a quella leadership
che – dice – difficilmente può essere improvvisata.
Il porporato affronta
poi il tema del percorso dei seminaristi verso il sacerdozio e del bisogno di nuovi
sacerdoti oggi in un momento in cui – sottolinea – l’uomo cerca rifugio nell’ebbrezza
e nella violenza. Dai seminaristi ai giovani, in vista della prossima Giornata mondiale
della gioventù di Madrid 2011, poi un richiamo al valore della vita e a tutti quei
valori fondamentali come il matrimonio fra un uomo e una donna, la famiglia, la libertà
religiosa ed educativa. Di qui, spiega il cardinale Bagnasco, il ruolo della religione
nell’ambito politico-sociale, che – afferma – non è quello di “fornire le norme obiettive
che regolano il retto agire”, nè quello di “proporre soluzioni politiche concrete”,
bensì di “aiutare nel purificare e gettare luce nell’applicazione della ragione, nella
scoperta dei valori morali oggettivi”. Il presidente della Cei ricorda poi la missione
educativa della Chiesa, al centro degli ultimi Orientamenti pastorali della Cei per
il prossimo decennio. Il cardinale Bagnasco invita, infatti, a chiedersi cosa si stia
realmente facendo per mantenere il patrimonio spirituale e morale indispensabile anche
all’uomo postmoderno e sottolinea che crescere “non è un automatismo legato all’età”,
ma richiede capacità di riflessione e coltivazione di sé. Quindi, un pensiero va al
recente Sinodo per il Medio Oriente, alla difficile condizione dei cristiani in Iraq,
“bersaglio continuo di attentati sanguinosi” - ai caduti in Afghanistan e alle loro
famiglie.