Sudan: assemblea dei vescovi sul referendum sulla separazione del Sud del Paese
La Conferenza episcopale del Sudan tiene da oggi un’assemblea plenaria straordinaria
a Rumbek, in vista del referendum del 9 gennaio 2011 sulla separazione del Sud Sudan
e della regione di Abyei dal nord del Paese. In preparazione alla consultazione, una
celebrazione Eucaristica si è tenuta ieri presso l’Istituto Comboni, presieduta dal
cardinale Polycarp Pengo, presidente del Secam (Simposio delle Conferenze episcopali
di Africa e Madagascar), che partecipa all’incontro insieme ad esponenti dell’Amecea,
l’Associazione delle Conferenze Episcopali dell’Africa Orientale. In apertura dell’incontro
hanno preso la parola mons. Cesare Mazzolari, vescovo di Rumbek, il governatore dello
Stato dei Laghi, Chol Tong Mayay e il presidente della Conferenza episcopale sudanese,
mons. Rudolf Deng Majak, vescovo di Wau. La riflessione dell’assemblea - che si concluderà
il 15 novembre - si concentrerà inizialmente su problematiche ecclesiali interne e
su programmi di crescita spirituale della Chiesa, dopo l’impatto causato dai lunghi
anni di conflitto interno non solo sulle attività ma anche sulla mentalità stessa
dei leader religiosi e del laicato. Nella seconda parte dei lavori l’attenzione dei
vescovi andrà al prossimo referendum, alla luce del messaggio pastorale dal titolo
“Un futuro pieno di speranza” diffuso al termine della plenaria di luglio a Juba.
Data la cruciale importanza delle prossime votazioni, l’episcopato desidera assicurare
l’apporto ecclesiale al pacifico svolgimento delle operazioni di voto e di scrutinio
delle schede. In tema di giustizia e di “buon vicinato”, i vescovi non mancheranno
di offrire il loro contributo al miglioramento delle relazioni umane, incoraggiando
i sudanesi ad evitare gli errori degli scorsi decenni, tra cui il tribalismo, l’esclusione,
la corruzione e i costumi smodati. Un momento di particolare significato della plenaria
è quello costituito dalla visita che i vescovi effettueranno domani ad un luogo di
sepoltura di massa, dove circa quarant’anni fa furono inumate le vittime della guerra
interna, molte delle quali uccise “in odio alla loro fede”. E’ ancora vivo il ricordo
del padre Arkangelo Ali, ucciso brutalmente insieme ad altri 14 prigionieri nel luglio
1965 e sepolto in una fossa comune situata nei pressi dell’attuale Istituto scolastico
“Loreto”; la visita, alla quale parteciperanno anche esponenti governativi e membri
della comunità locale, intende onorare gli “eroi” e le “eroine” dell’immane conflitto
- caduti per la libertà, la pace e la riconciliazione - e propiziare la generosità
del cuore e la pratica del perdono. (A cura di Marina Vitalini)