2010-11-08 14:40:15

L’Onu denuncia violenze sessuali sui congolesi espulsi dall’Angola


Più di 600 congolesi (in maggioranza donne) hanno subìto violenze sessuali durante le operazioni di espulsione dall’Angola. Lo denuncia l’Ufficio di Coordinamento degli Affari Umanitari dell’Onu (Ocha). Un portavoce dell’Ocha ha affermato che secondo “rapporti affidabili” redatti da un gruppo di agenzie umanitarie dell’Onu e di Ong, l’Angola da ottobre ad oggi ha espulso più di 6mila persone in posizione irregolare, in maggioranza congolesi. La stampa congolese - riferisce l'agenzia Fides - ha raccolto le testimonianze di alcune delle vittime. I loro racconti sono impressionanti: gli immigrati sono fermati da agenti in borghese, riconosciuti dal fatto che non parlano portoghese, e se lo parlano, attraverso la cicatrice lasciata sulla spalla sinistra dalla vaccinazione contro la tubercolosi. Le persone fermate vengono condotte ad un posto di frontiera, dove vengono sequestrati i loro effetti personali. Le testimonianze più drammatiche provengono dalla provincia mineraria di Lunda Norte, dove uomini, donne e bambini, prima di essere espulsi, vengono rinchiusi in celle sotterranee. Di notte le donne vengono prese dai soldati e “violentante in serie”, riferiscono le testimonianze raccolte dal giornale congolese “Le Potentiel”. “Le espulsioni non sono illegali, ma devono essere fatte in maniera ordinata e coordinata, e soprattutto in condizioni accettabili dal punto di vista del diritto umano” ha dichiarato il portavoce dell’Ocha. Angola e Repubblica Democratica del Congo sono divise inoltre da un contenzioso sulla ripartizione delle zone petrolifere off-shore. Un arbitrato delle Nazioni Unite dovrebbe dirimere la controversia. (R.P.)







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