Iraq: ennesima domenica di sangue per la comunità cristiana di Baghdad
Una settimana dopo la strage nella chiesa siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo
Soccorso a Baghdad, costata la vita a 58 persone, la comunità cristiana irachena piange
l’uccisione di altri due suoi fratelli, vittime di due distinti agguati avvenuti ieri
a Baghdad. Louay Daniel Yacoub, 49 anni, era davanti all’ingresso del suo appartamento
quando sconosciuti lo hanno freddato a colpi d’arma da fuoco. Un altro cristiano è
stato ucciso con le stesse modalità, ma di lui non è stata ancora resa nota l’identità,
riferiscono fonti locali dell'agenzia AsiaNews, anonime per motivi di sicurezza. Ma
questa nuova fiammata di violenza non risparmia nemmeno i cittadini di fede mussulmana
come dimostrano i due attentati di oggi nelle città sante sciite di Kerbala e Najaf.
Due autobomba hanno causato la morte di almeno 13 persone, fra le quali si contano
diversi pellegrini iraniani. Eppure la scorsa settimana tutta la nazione si era stretta
attorno alla comunità cattolica per dire no alle violenze settarie. Lo scorso 5 novembre,
durante la preghiera del venerdì, le moschee a Kirkuk hanno condannato il “barbarico
attentato” contro la chiesa della capitale. Gli imam sunniti e sciiti della città
dell’Iraq del nord hanno chiesto a gran voce che venga preservato il “mosaico iracheno”
di etnie e religioni. Gli stessi imam hanno chiesto ai musulmani di proteggere i cristiani,
definendoli un “modello di lealtà”. E ieri cristiani di Baghdad hanno assistito alla
prima messa celebrata nella cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo
Soccorso dopo il massacro del 31 ottobre. A margine della celebrazione il patriarca
caldeo di Baghdad, mons. Warduni, ha chiesto nuovamente alla comunità internazionale
di aiutare i cristiani iracheni a rimanere nel proprio Paese e a favorire l’integrazione
di chi vive oltre confine. (A cura di Marco Guerra)