Indonesia: a Java centinaia di migliaia in fuga per l’eruzione del Monte Merapi
Nell’isola di Java si aggrava la situazione nelle città e nei villaggi colpiti dall’eruzione
del Monte Merapi, dove oltre 300mila persone hanno abbandonato le loro abitazioni.
Dal 26 ottobre - riferisce l'agenzia AsiaNews - sono circa 130 i morti per ustioni
e asfissia. In queste ore le colate di lava e la caduta di cenere e lapilli, in continua
uscita dal vulcano, hanno paralizzato otto distretti della reggenza di Magelang (Central
Java), dove mancano energia elettrica, acqua potabile e cibo. Nelle città di Tempel,
Kadisobo, Turi, Pakem, Cangkringan, Ngemplak, Ngaglik, Depok, Kemalang, Jatinom, Gemampir,
Tulung, Musuk, Cepogo e Selo la popolazione ha trovato riparo in mercati, edifici
governativi e chiese. Le famiglie non colpite dall’eruzione hanno messo a disposizione
le loro abitazioni. A Yogyakarta, la città più vicina al Merapi, la lava ha inondato
il letto del fiume Code, costringendo circa 13mila famiglie ad abbandonare le loro
abitazioni situate vicino alle rive. Per sicurezza le autorità hanno allargato la
zona ad alto rischio a 20 km dal cratere. Intanto, riprendono i voli nei principali
aeroporti del Paese, dopo il blocco provocato da una nube di cenere alta 6mila metri
che in un primo momento aveva messo in dubbio anche la visita del presidente Obama,
che giungerà domani a Jakarta. (R.P.)