Viaggio di Obama in Asia: nuovi mercati per rilanciare l'economia Usa
Comincia ufficialmente oggi il viaggio di 10 giorni in Asia di Barack Obama. Prima
di lasciare la Casa Bianca, il presidente statunitense ha definito "incoraggianti"
gli ultimi dati sul lavoro: in ottobre, gli occupati negli Usa sono saliti di 151
mila unità, pure se il tasso di disoccupazione è rimasto alto. E, anche per questo,
Obama cerca nuovi sbocchi economici in Oriente. Ne parlerà in Indonesia, Sud Corea
e Giappone, ma prima di tutto in India. Il servizio di Marco Guerra:
La tappa
indiana del viaggio diplomatico in Asia del presidente Obama è partita oggi da Mumbai.
La prima parte della giornata è stata dedicata, insieme alla moglie Michelle,
all’omaggio alle vittime dell'attacco terroristico di due anni fa all'hotel
Taj Mahal che costò la vita a 166 persone, fra cui sei americani. Ho scelto di venire
in questo albergo proprio per dare un messaggio che siamo alleati con l'India contro
il terrorismo, ha detto Obama nel breve discorso dopo aver visitato il memoriale delle
vittime. Subito dopo è stata la volta dell’incontro con la comunità imprenditoriale
indiana, davanti alla quale ha annunciato l'eliminazione di alcune barriere commerciali
con l'India e l'inclusione di Delhi in quattro accordi multilaterali per la non proliferazione
che mirano a portare il Paese asiatico nel novero dei principali alleati dell'America.
Sempre oggi sono stati annunciati 10 miliardi di dollari di accordi che secondo la
Casa Bianca controbuiranno a 54.000 posti di lavoro negli Stati Uniti. Obiettivo dichiarato
del viaggio è quello di trovare nuovi mercati per i beni prodotti statunitensi e la
missione è stata infatti definita da molti analisti indiani come “una visita di affari”,
tuttavia c'è scetticismo sulla cooperazione politica tra i due Paesi, dopo il “tiepido”
supporto di Obama a proposito della candidatura dell’India a membro permanente del
Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
India-Pakistan Il Pakistan ieri
sera ha consegnato all'India un dossier relativo all'attacco di Mumbai del 2008 che
contiene informazioni richieste da New Delhi. Nel fascicolo Islamabad chiede di poter
interrogare alcuni testimoni della strage, nell'ambito del processo in corso contro
sette presunti militanti pachistani.
Pakistan Altissima tensione
a Karachi, in Pakistan, dove quattro persone sono morte nei violenti scontri tra fazioni
che stamani hanno accompagnato il funerale di Imran Farooq, politico anti-talebano
e fra i fondatori del partito Muttahida Qaumi Movement, ucciso in un agguato a Londra
il 16 settembre. Al momento nella città pakistana molte delle arterie principali sono
ancora chiuse al traffico e tutte le attività commerciali hanno le saracinesche abbassate
per il timore di attentati. Secondo fonti politiche locali, le origini dell'omicidio
del leader del Mqm sono da cercare all'interno del suo partito. Il politico, infatti,
prima di essere ucciso avrebbe manifestato la volontà di abbandonare l'Mqm per unirsi
alla nuova formazione dell'ex presidente Pervez Musharraf.
Riforma del Fondo
monetario internazionale I vertici del Fondo Monetario Internazionale hanno
approvato l’accordo per la riforma dell’istituzione. Previsti maggiori poteri per
le economie emergenti e in particolare per la Cina, che ora diventa il terzo Paese
più importante del direttivo dietro a Stati Uniti e Giappone e prima di Germania,
Francia e Regno Unito.
Tanzania In Tanzania riconfermato presidente
Jakaya Kikwete. Lo ha annunciato la commissione elettorale nazionale, precisando che
a Kikwete, 60enne, candidato del partito rivoluzionario CCM (Chama Cha Mapinduzi)
sono andati oltre 5 milioni di voti, il 61,17% delle preferenze.
Indonesia È
salito ad 85 morti il bilancio della seconda eruzione in pochi giorni del vulcano
Merapi, sull'isola indonesiana di Java, che ha incenerito case e costretto migliaia
di abitanti a cercare rifugio nelle tendopoli d'emergenza. Quest'ultimo aggiornamento
porta il numero totale delle vittime dalla prima eruzione del 26 ottobre a 128 morti.
289 sono le persone ferite.
Cina: incendio in un centro commerciale Diciannove
persone sono morte e 27 ferite in un incendio in un centro commerciale ieri sera nel
nord est della Cina nella città di Jilm. Le fiamme sono scoppiate ieri mattina e ci
sono volute dieci ore per fermarle. Le cause dell’incendio non sono ancora chiare,
ma il direttore del centro è stato fermato per essere interrogato.
Russia,
aggressione a giornalista In Russia si registra una nuova grave aggressione
ai danni di un giornalista. L’uomo, che lavora per il quotidiano Kommersant, è stato
gravemente ferito da due sconosciuti davanti alla sua casa di Mosca ed è ricoverato
in coma. Lo riferiscono lo stesso giornale e la polizia. Secondo il capo redattore
della testata l'aggressione “è legata alla sua attività professionale”. Il giornalista
si era recentemente occupato delle manifestazione dell’opposizione. Sull'episodio
è stata aperta un'inchiesta.
Haiti: almeno 6 morti per il passaggio dell'uragano
Tomas L’uragano Tomas ha lasciato Haiti dopo aver provocato almeno 6 morti
e danni ancora da quantificare. Le piogge si stanno indebolendo ma la protezione civile
ha proceduto all’evacuazione di haitiani che vivono nella tendopoli di Port-Au- Prince.
L’Onu ha espresso il timore che l’uragano abbia aggravato anche la situazione colera.
Il governo Haiti ha chiesto assistenza all’Unione Europea che a sua volta ha già trasmesso
la richiesta ai 31 Paesi che parteciperanno al meccanismo di protezione civile comunitaria.
Messico Uno
dei capi dei cartelli del narcotraffico che operano al confine con gli Stati Uniti,
Ezequiel Cardenas, noto come Tony Tormenta, è rimasto ucciso nel corso di una sparatoria
con le forze di sicurezza. Il conflitto a fuoco è avvenuto nella cittadina di Matamoros,
al confine con il Texas.
Cuba: liberati altri tre prigionieri politici L’arcivescovo
dell’Havana annuncia che dopo il dialogo intrapreso tra il Governo e la Chiesa cattolica
quattro mesi fa, tre prigionieri politici saranno liberati nei prossimi giorni a Cuba
e si recheranno in Spagna portando a 53 il numero di oppositori scarcerati. I tre
prigionieri sono: Ridel Rius, condannato a 20 anni nel 1997 per tentativo di uscita
illegale dal Paese e detenzione illegale di armi. Marcos Soto, arrestato nel 1990
e condannato a 35 anni per sabotaggio contro un'installazione del ministero dello
zucchero, e Rolando Damas, condannato per tentativo di uscita illegale dall’isola.
(Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 310
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