L'arcivescovo di Yangon: caute speranze per le elezioni in Myanmar
“La situazione attualmente è tranquilla. Il momento delle elezioni, nonostante le
difficoltà, è un momento atteso, che apre maggiori speranze per il Paese” e “come
Chiesa cattolica e come cristiani in Myanmar confidiamo e speriamo nella gradualità
dei cambiamenti perché la situazione politica, sociale, economica possa migliorare”.
Così l’arcivescovo di Yangon, mons. Charles Maung Bo, alla vigilia delle elezioni
nel Paese asiatico, in programma per domani 7 novembre. In un colloquio con l’Agenzia
Fides, l’arcivescovo ha assicurato che i cristiani “pregano perché nel Paese possano
crescere giustizia, libertà, pace e sviluppo”, e ricordando che essi sono “chiamati
a servire il Paese in qualunque posizione sociale o condizione di vita (…), lavorando
in coscienza per la pace e la riconciliazione” ha invitato “tutti i cittadini a partecipare
alle elezioni”. Illustrando poi la situazione e le prospettive della comunità cattolica
nel Paese, mons. Bo ha osservato che “un segnale positivo” viene dal fatto che con
la nuova Costituzione, approvata nel 2008, il governo ha aperto spiragli per la realizzazione
di scuole private, dopo la nazionalizzazione avvenuta nel 1965-66: “in tal modo –
è il suo auspicio - speriamo di poter aprire ben presto scuole cattoliche. Questa
prospettiva ci dà coraggio e nuove speranze”. Anche se è una piccola minoranza, la
Chiesa cattolica in Myanmar è “presente e attiva”, ha rimarcato mons. Bo: “con una
realtà di circa 700mila fedeli, 700 preti e oltre 1.600 fra religiosi e religiose
in 15 diocesi, il nostro lavoro missionario va avanti, nonostante le difficoltà nell’ottenere
permessi per la costruzione di nuove chiese”. Sulle tensioni con le minoranze etniche,
l’arcivescovo ha dichiarato: “Noi speriamo e preghiamo per la riconciliazione e per
una soluzione pacifica, che risparmi vittime”. (C.D.L.)