Il Papa nella Cattedrale di Santiago de Compostela: Chiesa al servizio di verità e
libertà
Dopo la cerimonia di benvenuto, il Papa si è recato nella Cattedrale di Santiago de
Compostela dove ha tenuto il suo secondo discorso. Qui ha spiegato che la Chiesa è
l’abbraccio di Dio “nel quale gli uomini imparano anche ad abbracciare i propri fratelli,
scoprendo in essi l’immagine e somiglianza divina, che costituisce la verità più profonda
del loro essere, e che è origine della vera libertà. Tra verità e libertà – ha proseguito
- vi è una relazione stretta e necessaria. La ricerca onesta della verità, l’aspirazione
ad essa, è la condizione per un’autentica libertà. Non si può vivere l’una senza l’altra.
La Chiesa, che desidera servire con tutte le sue forze la persona umana e la sua dignità,
è al servizio di entrambe, della verità e della libertà. Non può rinunciare ad esse,
perché è in gioco l’essere umano, perché la spinge l’amore all’uomo, ‘il quale in
terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stessa’ (Gaudium et spes, 24),
e perché senza tale aspirazione alla verità, alla giustizia e alla libertà, l’uomo
si perderebbe esso stesso”. Ha esortato quindi i fedeli a professare la fede con gioia,
coerenza e semplicità, nutrendo un amore sempre più profondo per la Chiesa. Ecco il
testo del discorso del Papa:
Signori Cardinali, Cari Fratelli
nell’Episcopato, Distinte Autorità, Cari sacerdoti, seminaristi,
religiosi e religiose, Cari fratelli e sorelle, Amici tutti.
Ringrazio
Monsignor Julián Barrio Barrio, Arcivescovo di Santiago di Compostela, per le cortesi
parole che mi ha appena rivolto e alle quali rispondo con piacere, salutando tutti
con affetto nel Signore e ringraziandovi per la vostra presenza in questo luogo così
significativo.
Andare in pellegrinaggio non è semplicemente visitare
un luogo qualsiasi per ammirare i suoi tesori di natura, arte o storia. Andare in
pellegrinaggio significa, piuttosto, uscire da noi stessi per andare incontro a Dio
là dove Egli si è manifestato, là dove la grazia divina si è mostrata con particolare
splendore e ha prodotto abbondanti frutti di conversione e santità tra i credenti.
I cristiani andarono in pellegrinaggio, anzitutto, nei luoghi legati alla passione,
morte e resurrezione del Signore, in Terra Santa. Poi a Roma, città del martirio di
Pietro e Paolo, e anche a Compostela, che, unita alla memoria di san Giacomo, ha accolto
pellegrini di tutto il mondo, desiderosi di rafforzare il loro spirito con la testimonianza
di fede e amore dell’Apostolo.
In questo Anno Santo Compostelano, come
Successore di Pietro, ho voluto anch’io venire in pellegrinaggio alla Casa del “Señor
Santiago” [san Giacomo ndt.], che si appresta a celebrare l’anniversario degli ottocento
anni dalla sua consacrazione, per confermare la vostra fede e ravvivare la vostra
speranza, e per affidare all’intercessione dell’Apostolo i vostri aneliti, fatiche
e opere per il Vangelo. Nell’abbracciare la sua venerata immagine, ho pregato anche
per tutti i figli della Chiesa, che ha la sua origine nel mistero di comunione che
è Dio. Mediante la fede, siamo introdotti nel mistero di amore che è la Santissima
Trinità. Siamo, in un certo modo, abbracciati da Dio, trasformati dal suo amore. La
Chiesa è questo abbraccio di Dio nel quale gli uomini imparano anche ad abbracciare
i propri fratelli, scoprendo in essi l’immagine e somiglianza divina, che costituisce
la verità più profonda del loro essere, e che è origine della vera libertà.
Tra
verità e libertà vi è una relazione stretta e necessaria. La ricerca onesta della
verità, l’aspirazione ad essa, è la condizione per un’autentica libertà. Non si può
vivere l’una senza l’altra. La Chiesa, che desidera servire con tutte le sue forze
la persona umana e la sua dignità, è al servizio di entrambe, della verità e della
libertà. Non può rinunciare ad esse, perché è in gioco l’essere umano, perché la spinge
l’amore all’uomo, “il quale in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per
se stessa” (Gaudium et spes, 24), e perché senza tale aspirazione alla verità, alla
giustizia e alla libertà, l’uomo si perderebbe esso stesso.
Permettetemi
che da Compostela, cuore spirituale della Galizia e, allo stesso tempo, scuola di
universalità senza confini, esorti tutti i fedeli di questa cara Arcidiocesi, e tutti
quelli della Chiesa in Spagna, a vivere illuminati dalla verità di Cristo, professando
la fede con gioia, coerenza e semplicità, in casa, nel lavoro e nell’impegno come
cittadini.
Che la gioia di sentirvi figli amati di Dio vi spinga anche
ad una amore sempre più profondo per la Chiesa, collaborando con essa nella sua opera
di portare Cristo a tutti gli uomini. Pregate il Padrone della messe, perché molti
giovani si consacrino a questa missione nel ministero sacerdotale e nella vita consacrata:
oggi, come sempre, vale la pena dedicarsi per tutta la vita a proporre la novità del
Vangelo.
Non voglio concludere senza prima esprimere felicitazione
e ringraziamento a tutti i cattolici spagnoli per la generosità con la quale sostengono
tante istituzioni di carità e di promozione umana. Non stancatevi di mantenere queste
opere, che apportano beneficio a tutta la società, e la cui efficacia si è manifestata
in modo speciale nell’attuale crisi economica, così come in occasione delle gravi
calamità naturali che hanno colpito vari Paesi.
Con questi sentimenti,
prego l’Altissimo che conceda a tutta l’audacia che ebbe san Giacomo per essere testimone
di Cristo Risorto, e così rimaniate fedeli nei cammini della santità e vi spendiate
per la gloria di Dio e il bene dei fratelli più abbandonati. Molte grazie.