Il colloquio con i giornalisti. Il Papa: promuovere l'incontro, non lo scontro, tra
fede e laicità
Un anticipo, come di consueto, dei temi portanti che caratterizzeranno questa visita
apostolica in Spagna Benedetto XVI lo aveva offerto sull’aereo papale, intrattenendosi
durante il volo con i giornalisti presenti a bordo. In particolare, il Papa ha auspicato
l’incontro e non lo scontro tra fede e laicità, una questione - ha spiegato - nella
quale la cultura spagnola riveste un ruolo centrale. Il Pontefice ha poi confidato
la sua esperienza di pellegrinaggio verso Santiago de Compostela e ha dato una sua
lettura dell’opera di Antoni Gaudí, l’architetto della Basilica della Sagrada Familia
di Barcellona. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Una delle
risposte più attese dai giornalisti riguardava la nascita del dicastero per la Nuova
Evangelizzazione e se la Spagna fosse, in qualche modo, una prima destinataria, per
così dire, delle attenzioni del nuovo organismo vaticano. Benedetto XVI ha riconosciuto
con schiettezza che la Spagna era "il Paese originario della fede" ma è anche il Paese
dove si sono sviluppati "una laicità, un anticlericalismo, un secolarismo forte e
aggressivo". Tuttavia, ha affermato, l’orizzonte del dicastero è più ampio:
“Con
questo dicastero ho pensato di per sé al mondo intero perché la novità del pensiero,
la difficoltà di pensare nei concetti della Scrittura, della teologia, è universale
(… ) Ma è ugualmente vero che in Spagna è nata anche una laicità, un anticlericalismo,
un secolarismo forte e aggressivo".
Il Papa ha tuttavia auspicato
l’incontro e non lo scontro tra fede e laicità e in questo incontro la cultura spagnola
può rivestire un ruolo centrale. Sulla stessa scia, una domanda ha affrontato il rapporto
tra fede, arte e bellezza. “Voi sapete che io insisto molto sulla relazione tra fede
e ragione”, ha ricordato Benedetto XVI ai giornalisti. E tuttavia, ha aggiunto...
“
...la verità, scopo e vita della ragione, si esprime nella bellezza e diventa se stessa
nella bellezza (...) E quindi dove c’è la verità deve nascere la bellezza, dove l’essere
umano si realizza in modo corretto, buono, si esprime nella bellezza. La relazione
tra verità e bellezza è inscindibile e perciò abbiamo bisogno della bellezza (…) Perciò
il dialogo o l’incontro, direi, tra arte fede è inscritto nella più profonda essenza
della fede, dobbiamo fare di tutto perché anche oggi la fede si esprima in autentica
arte, come Gaudí nella continuità e nella novità, e perché l’arte non perda il contatto
con la fede”.
Arte, fede e bellezza furono i punti di riferimento
di Antoni Gaudí, al cui genio si deve la Basilica della Sagrada Familia di Barcellona,
che il Papa si appresta a consacrare. E in questa sia pur incompiuta creazione, ha
osservato il Pontefice, brillano in particolare tre elementi. Il primo, ha osservato,
riguarda “la sintesi tra continuità e novità, tradizione e creatività”, che vide l’architetto
catalano “inserirsi nella grande tradizione delle cattedrali” con una visione totalmente
nuova”. Secondo, Gaudí – ha detto il Pontefice – studiò e offrì con le sue geometrie
“una sintesi tra senso del creato, scrittura e adorazione”, un messaggio che il Papa
ha definito “molto importante per l’oggi”. Terzo punto, infine, la devozione alla
Famiglia di Nazareth, che ha la sua radice storica nell’Ottocento:
“Proprio
questa devozione di ieri, si potrebbe dire, è di grandissima attualità perché il problema
della famiglia, del rinnovamento della famiglia come cellula fondamentale della società
è il grande tema di oggi e ci indica dove possiamo andare sia nella costruzione della
società sia nella unità tra fede e vita, tra religione e società. Famiglia è il tema
fondamentale che si esprime qui, dicendo che Dio stesso si è fatto figlio nella famiglia
e ci chiama a costruire e vivere la famiglia”.
Benedetto XVI si
è poi soffermato sul senso del pellegrinaggio. “Essere in cammino – ha detto, citando
tutte le città nelle quali ha risieduto nel corso degli anni – è già inscritto nella
mia biografia”. Ma è nell’“essenza” stessa della fede, ha affermato, l’“essere pellegrino”.
Bisogna talvolta, ha invitato, “uscire dalla quotidianità, dal mondo dell’utile, dell’utilitarismo
(…) per essere veramente in cammino verso la trascendenza”:
“Così
è anche il pellegrinaggio sempre: non solo un uscire da se stesso verso il più grande
ma anche un andare insieme (...) Basta dire che il cammino di San Giacomo è un elemento
nella formazione dell’unità spirituale del Continente europeo; qui i pellegrini ...
hanno trovato l’identità comune europea, e anche oggi rinasce questo movimento, questi
sogno di essere in movimento, spiritualmente e fisicamente, di trovarsi l’un l’altro
e di trovare così silenzio, libertà, rinnovamento, e di trovare Dio”.