Il nunzio ad Haiti: tra colera e uragano Tomas si aggrava l'emergenza nel Paese
Già alle prese con una epidemia di colera, la popolazione di Haiti – 1 milione e 300
mila persone vivono a Port-au-Prince nelle tendopoli, dopo il terremoto del 12 gennaio
- sta affrontando in queste ore la tempesta tropicale Tomas, che rischia di trasformarsi
in uragano e mietere altre vittime. “Il cielo è buio e ha già cominciato a piovere
– racconta all'agenzia Sir mons. Bernardito Auza, nunzio apostolico ad Haiti -. Siamo
pronti all’emergenza”. A proposito del colera il nunzio fornisce le ultime cifre aggiornate
- 452 morti e 4.450 persone contagiate – ma dice che, finora, “nessun caso è stato
segnalato nei campi di sfollati della capitale”. Mons. Auza racconta che “le autorità
sono preoccupate per la festa di san Carlo, patrono della città di Les Gonaives, vicina
al focolaio dell’epidemia: potrebbe essere un'occasione per la diffusione del virus,
perché è tradizione tornare a casa per festeggiare e partecipare ai pellegrinaggi”.
E riferisce una notizia poco diffusa a livello “ufficiale”: “Il tipo di virus di questo
colera si chiama ‘Souche sud asiatique’, simile a quello dell’Asia meridionale. Tutti
i test sono stati eseguiti dal Center for Disease Control degli Usa. Quindi, è possibile
che il virus sia stato portato ad Haiti da uno o più militari nepalesi della missione
dell’Onu Minustah, che ha la base vicino a Mirebalais, non lontano dal fiume contaminato
Artibonite”. (R.P.)