2010-11-04 14:30:27

Urgente la formazione di laici cattolici, coerenti operatori di un ordine sociale giusto: così il Papa alla plenaria di Giustizia e Pace


Nel mondo globalizzato si acuisce il rischio che “gruppi economici e finanziari” dettino “l’agenda politica, a danno del bene comune universale”. La denuncia nel Messaggio di Benedetto XVI, al cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, letto stamane in apertura dell’assemblea plenaria del dicastero, riunita fino a domani nella Casa La Salle, a Roma. Il servizio di Roberta Gisotti.RealAudioMP3

Le persone, i popoli e la grande famiglia umana – sottolinea il Papa nel Messaggio – “attendono, a fronte di ingiustizie e forti diseguaglianze, parole di speranza, pienezza di vita” a partire dall’annuncio di Gesù Cristo “il primo e principale fattore di sviluppo”, di “Colui che può salvare l'umanità dai suoi mali radicali”. Solo “vivendo la “carità nella verità” - ribadisce Benedetto XVI - possiamo offrire uno sguardo più profondo per comprendere le grandi questioni sociali e indicare alcune prospettive essenziali per la loro soluzione in senso pienamente umano. Solo con la carità, sostenuta dalla speranza e illuminata dalla luce della fede e della ragione, è possibile conseguire obiettivi di liberazione integrale dell'uomo e di giustizia universale”. Quindi l’invito del Santo Padre “a considerare con costante attenzione gli squilibri sociali, settoriali, nazionali, quelli tra risorse e popolazioni povere, tra tecnica ed etica. Nell'attuale contesto di globalizzazione, - denuncia - tali squilibri non sono affatto scomparsi. Sono mutati i soggetti, le dimensioni delle problematiche, ma il coordinamento tra gli Stati - spesso inadeguato, perché orientato alla ricerca di un equilibrio di potere, piuttosto che alla solidarietà - lascia spazio a rinnovate disuguaglianze, al pericolo del predominio di gruppi economici e finanziari che dettano - ed intendono continuare a farlo - l'agenda della politica, a danno del bene comune universale”. Da qui la “particolare urgenza” di formare il laicato cattolico alla dottrina sociale della Chiesa, per rispondere da “cittadini liberi e responsabili” al “dovere immediato di lavorare per un ordine sociale giusto”, sempre affiancati da sacerdoti e vescovi capaci di offrire “un indispensabile sostegno e aiuti spirituale alla coerente testimonianza laicale nel sociale”.







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