Obama si assume la responsabilità della sconfitta elettorale ma difende la riforma
sanitaria
Il presidente Obama si assume la piena responsabilità della sconfitta elettorale del
partito democratico alle elezioni di medio termine svoltesi l’altro ieri. In conferenza
stampa, il capo della Casa Bianca, tra l’altro nel secondo anniversario dell’inizio
del suo mandato presidenziale, ha indicato ieri la crisi economica come la vera causa
del calo di consensi, aprendo alla collaborazione con i repubblicani, che ora hanno
la maggioranza alla Camera. Il servizio di Elena Molinari:
“Mi assumo
la responsabilità per la lentezza della ripresa economica e sono pronto a lavorare
con i repubblicani”. Barack Obama si è presentato ai giornalisti, dopo la sconfitta
del partito democratico nelle elezioni di metà mandato, meno battagliero del giorno
prima, ma non per questo dimesso. Secondo il Presidente, infatti, il voto non è stato
un referendum negativo sul suo operato. Se i democratici hanno perso la Camera e sono
riusciti a tenere il controllo del Senato solo per un soffio, ha detto, non è per
colpa della sua riforma della sanità, meno ancora della sua incapacità di comandare.
Colpevole della “batosta” - come l’ha chiamata - è la crisi economica. Il messaggio
degli elettori è chiaro: tutti a Washington devono concentrarsi per portare a termine
il lavoro avviato, ha detto, infatti, dalla Casa Bianca. Il Presidente ha poi invitato
i leader repubblicani di Camera e Senato a sedersi attorno a un tavolo con lui e a
cercare soluzioni per creare nuova occupazione. Non mi illudo che sarà facile, ha
però ammesso. Ma se il capo della Casa Bianca non è disposto a fare concessioni, i
conservatori lo sono ancora meno. Dopo tutto hanno appena assistito al più grande
spostamento di potere verso destra dal ’94. (ma)
Molte le reazioni alle
parole di Obama sulla sconfitta dei democratici e sul futuro del mandato presidenziale.
Quali i commenti negli Stati Uniti alle parole di Obama? Ci risponde da Washington
il nostro collega Alessandro Gisotti, intervistato da Giovanna Bove.
R. - Qui
molti analisti e commentatori delle tv americane sono rimasti colpiti per il tono
conciliante del presidente, nella sua conferenza stampa. Del resto, come è stato ricordato,
se Obama si è assunto la responsabilità della sconfitta del suo partito, ha però indicato
nella crisi economica e anche nell’incapacità di comunicazione del Governo le cause
del risultato del voto alle elezioni di medio termine. Per il presidente, dunque,
gli elettori non avrebbero votato contro la sua agenda politica. Un’interpretazione,
questa, su cui si dibatte molto in queste ore. Sicuramente dal voto - Obama questo
lo ha ammesso - è uscita un’America polarizzata anche su cosa fare per risolvere la
crisi occupazionale. Un sondaggio, pubblicato ieri dal quotidiano “USA Today”, mostra,
infatti, che per il 75% dei democratici ci vuole un maggiore intervento statale, mentre
per l’80% dei repubblicani ci vuole meno Stato e più libero mercato. Non sarà facile,
dunque, trovare un terreno comune.
D. - Ieri c’è stata anche la conferenza
stampa del leader repubblicano, futuro speaker della Camera, John Boehner, quale è
stato il commento da parte repubblicana?
R. - “Change course”, ovvero
cambiare rotta, cambiare direzione. Questo è stato il tema dominante della conferenza
stampa di John Boehner a Capitol Hill. Per il nuovo speaker della Camera, dunque,
a differenza di quanto sosteneva Obama ieri, gli elettori hanno rivolto un messaggio
chiaro al presidente: bisogna cambiare politica, in particolare su tasse e lavoro.
Interessante è anche registrare come la politica estera sia praticamente assente nell’attuale
dibattito politico negli Stati Uniti. Boehner ha affermato che i repubblicani sono
pronti a collaborare con la Casa Bianca, ma ha poi ribadito che una delle priorità
del suo partito sarà smantellare la riforma sanitaria. Un percorso difficile, dunque,
per Barack Obama, in vista delle presidenziali del 2011. E la campagna elettorale
- possiamo dire - in pratica è già iniziata ieri. Uno degli slogan in queste ore delle
tv americane - Cnn, Fox News - è: “Arrivederci 2010, benvenuto 2012!” Questo a dimostrazione
della velocità, anche frenetica, con cui si alternano gli scenari della politica americana.
(ma)