2010-11-04 15:11:52

Collaborazione tra Nato e Russia sull'Afghanistan


Tappa in Gran Bretagna per il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, che sta preparando il terreno in vista del vertice dell’Alleanza Atlantica del prossimo 20 novembre a Lisbona. Ieri la visita a Mosca che ha sancito un’importante convergenza con la Russia sulla strada di un’alleanza sempre più stretta. Le parti hanno ribadito la volontà di definire un nuovo corso nei rapporti bilaterali. Il Cremlino ha garantito maggiore collaborazione a cominciare dall’Afghanistan. Eugenio Bonanata ha raccolto il commento di Roberto Menotti, ricercatore dell’istituto Aspen:RealAudioMP3

R. – Questa nuova atmosfera, questo clima, ha consentito anche a Rasmussen di tentare un passo po’ più lungo, anche un po’ più rischioso: cioè coinvolgere di nuovo la Russia in una serie di obiettivi comuni con la Nato, non soltanto sul continente europeo ma anche oltre, come nel caso dell’Afghanistan. In Afghanistan è chiaro che la Nato in questo momento ha bisogno – direi – dell’aiuto di chiunque sia disposto a darlo, soprattutto in vista di un graduale, possibile ritiro che in ogni caso sarà molto difficile. La Russia, tra l’altro, è molto importante anche dal punto di vista della cooperazione rispetto alla questione iraniana. Quindi, credo che ci siano diversi fronti su cui Rasmussen stia lavorando.

D. – Quindi, comunque, il vertice di fine mese a Lisbona sarà molto significativo?

R. – E’ molto significativo, innanzitutto, perché in un certo senso consentirà di chiudere un percorso storico che, di fatto, è partito con la fine della guerra fredda e poi è proseguito con gli accordi di Pratica di Mare, con la creazione di questo Consiglio Nato-Russia che finora ha prodotto pochi risultati concreti. Però oggi questo percorso può arrivare effettivamente ad un punto di svolta, nel senso che la Russia sembra finalmente disposta a farsi integrare in un sistema di sicurezza sostanzialmente comune. Rasmussen, in particolare, da diversi mesi sta insistendo moltissimo sulla difesa antimissile come un’opportunità positiva. Quello che era stato negli ultimi due anni della presidenza Bush un oggetto di contesa con i russi, può diventare una grande occasione, perché quel sistema ha un senso soltanto se è un sistema molto largo e che, quindi, in qualche modo coinvolga sia la Nato che la Russia.

D. – Tuttavia, resta soprattutto l’opposizione della Turchia che non vuole interferenze nei suoi rapporti con l’Iran, che poi alla fine è l’obiettivo primario di questa operazione …

R. – Sì, direi che l’Iran è certamente un obiettivo fondamentale, nel senso che per la Nato, per l’Occidente, per gli Stati Uniti mantenere stretto il fronte delle sanzioni, il fronte delle pressioni contro l’Iran, significa necessariamente avere la collaborazione della Russia. Finora si riesce a mantenere abbastanza questo fronte compatto ma certamente in ogni momento c’è il rischio che qualcuno esca un po’ dai ranghi. La Turchia è appunto un caso del genere. La Turchia ha una politica molto autonoma in tutta la regione del Caucaso, del Mediterraneo, del Medio Oriente; rimane un alleato molto importante per la Nato ma, certamente, sta creando obiettivamente delle difficoltà. Le difficoltà restano, però credo che il vertice di Lisbona rappresenti comunque un passo avanti; quantomeno il rapporto con la Russia sembra consolidarsi. Anche se con dei limiti, sembra consolidarsi.

D. - Gli Stati Uniti vogliono far capire alla Russia che non è lei l’obiettivo di questo scudo antimissile …

R. – Senza dubbio. Questo credo sia il grande merito dell’amministrazione Obama. Finora è davvero una delle maggiori occasioni colte in politica estera da Obama che, come sappiamo, in questi giorni è un po’ bersagliato dalle sue difficoltà interne. Però, effettivamente, essere riusciti a mantenere un canale di collaborazione con la Russia, da questo punto vista, è davvero molto significativo, molto importante e credo possa avere degli sviluppi ulteriori in futuro. (bf)







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