2010-11-03 14:20:29

L'intenso rapporto tra Maria e Gesù nel film "Io sono con te" in concorso al Festival del cinema di Roma


Il regista italiano, Guido Chiesa, conosciuto per il suo impegno politico dimostrato in precedenti pellicole, ha presentato in concorso al Festival del Film di Roma un’inaspettata, intensa e essenziale ricostruzione cinematografica dei Vangeli dell’infanzia: Maria e Gesù sono al centro di “Io sono con te”, film nel quale l’amore e la fiducia tra una Madre e un Figlio custodiscono il mistero di Dio e del suo piano di salvezza per l’umanità. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

Una madre e un figlio. Giocano, sorridono, si guardano, si abbracciano. Al minimo pericolo, sono vicini. Siamo nella Nazareth di duemila anni fa. Guido Chiesa, dopo una serie, pur breve, di film politicamente e socialmente impegnati, torna al cinema, per raccontare la storia di Maria e del figlio Gesù. Un lavoro intensamente pensato, voluto a tutti i costi. La sensazione è quella che sia frutto di una sua esigenza spirituale vera e incontenibile, nata all’indomani della sua paternità e di un ampio scambio di riflessioni con la moglie, Nicoletta Micheli, che con lui ha partecipato alla stesura della sceneggiatura, rimodellata più volte. Vi ha lavorato all’inizio con un’adesione – confessa – di tipo razionale e materialistico, un percorso intellettuale e soltanto emotivo. Poi è diventato un atto di fede e di adesione a quel Vangelo che andava scoprendo e raccontando al cinema. Siamo fuori dall’iconografia tradizionale, siamo dalle parti di Pasolini per l’essenzialità dell’immagine, del tratteggio dei personaggi, ma l’intensità della ricerca non si ferma alla storia o al fascino esteriore. Penetra l’anima. Maria non è un’umile donna messa in disparte nel nucleo familiare patriarcale. Ha un temperamento docile e forte insieme, si oppone alle violenze e alle imposizioni rituali, stringe col figlio un rapporto di fiducia che ha un sapore soprannaturale, dove invece tutto il trascendente è oscurato, nel film, che si ferma soltanto a quel rapporto e al suo misterioso amore.

E’ ancora Guido Chiesa che spiega perché il Vangelo dell’infanzia lo ha così incuriosito e affascinato – pur se qualche episodio è tratto dagli Apocrifi, forse per dare un sapore originale al racconto: “Ho cercato di rivolgermi a tutti, senza distinzione di cultura, di fede, privilegiando una prospettiva femminile e proponendo un modello positivo fondato sull’amore, una parola oggi così vituperata”. Non è mai convenzionale, il regista, che si avvale di volti ignoti colti nella quotidianità della vita in Tunisia – per rappresentare l’ambiente più attendibile in cui è avvenuta la nascita di Gesù – un terreno aspro e policromo dove è stato girato il film che si stende dai giorni dell’Annunciazione a quelli del ritrovamento di Gesù dodicenne tra i dottori del Tempio. Guido Chiesa lo ha ribadito più volte: non vuole scandalizzare, anche se non ci sono angeli e pastori, non c’è la cometa e non ci sono i Magi. La Madre e il Figlio sono al centro del suo interesse d’artista e di uomo: la prima si mette totalmente nelle mani di Dio, affronta il mistero e il dolore, il secondo si affida alla Madre fino a quando capisce che la sua libertà non può più essere limitata, la sua missione nel mondo è un’altra. “Racconto la storia di una donna che ha cambiato per sempre il volto dell’umanità” – precisa ancora il regista. “Io sono con te” è, per questo, un titolo ben scelto: Maria con il Figlio, Gesù con ciascuno di Noi.







All the contents on this site are copyrighted ©.