La preghiera di Benedetto XVI nelle Grotte Vaticane sulle tombe dei Papi
La preghiera in privato in suffragio dei Pontefici che lo hanno preceduto e di tutti
i fedeli defunti. Come da tradizione, Benedetto XVI ha trascorso così parte del pomeriggio
di ieri, 2 novembre, sostando in raccoglimento nelle Grotte della Basilica Vaticana.
Il servizio di Alessandro De Carolis:
(canto)
In
ginocchio davanti alle tombe che custodiscono l’ultimo riposo di chi lo ha preceduto
alla guida della Chiesa universale, ma con il cuore aperto sul popolo di Dio sparso
nel mondo, dal bambino neobattezzato a chi è giunto al termine della sua esistenza.
Dalla filigrana del breve rito presieduto nelle Grotte Vaticane, traspaiono i sentimenti
di Benedetto XVI legati alla Commemorazione dei defunti:
“In queste
Grotte Vaticane affidiamo alla misericordia del Padre coloro che hanno il loro sepolcro
e attendono la risurrezione della carne. In particolare Papa Giovanni Paolo II e gli
altri sommi pontefici che hanno svolto il servizio di pastori della Chiesa universale,
perché siano partecipi dell’eterna liturgia del cielo”.
La preghiera
dei fedeli che segue la lettura del Salmo abbraccia tutte le intenzioni che abitano
il cuore del Papa: la protezione di Dio della Chiesa, il ridestarsi del “desiderio
di santità” nei credenti, la conversione del cuore per chi è lontano da Dio, l’educazione
dei giovani “al dono gioioso di sé”, una nuova forza alla speranza di chi è povero
o soffre, fino all’ultima richiesta: perché il pensiero della Risurrezione di Cristo
accompagni “l’ultimo respiro dei moribondi” e la misericordia divina arrivi a tutti
i defunti. Una preghiera completa, quasi un “Urbi et orbi” nascosto, levato non lontano
dalla tomba di Pietro e suggellato da un’invocazione che esprime l’essenza della fiducia
cristiana:
“…Ascolta la preghiera che rivolgiamo a Te per tutti coloro
che hanno lasciato questo mondo. Apri le braccia della tua misericordia e ricevili
nell’assemblea gloriosa della santa Gerusalemme”.