La Cina alla difficile prova del censimento nazionale, 6 milioni i rilevatori
Una macchina mastodontica per realizzare il più imponente censimento della storia.
E’ quanto sta avvenendo da qualche giorno in Cina. Circa sei milioni di rilevatori
stanno raccogliendo i dati della popolazione, soprattutto dal punto di vista economico,
nel Paese più popoloso del mondo. Molte le iniziative per convincere la gente a collaborare,
considerando che sono milioni le famiglie di cui non si conosce ancora l’esistenza.
Sugli obiettivi di questo censimento, Giancarlo La Vella ha intervistato Francesco
Sisci, corrispondente a Pechino della Stampa:
R. – Dovremmo
avere un’indicazione più esatta di quanti sono i cinesi. Sappiamo che sono circa un
miliardo e quattrocento milioni; sarà importante capire in proiezione quanti saranno
ancora i cinesi nel prossimo futuro. E poi, bisognerà capire quanto sono ricchi, o
sono poveri, o si stanno arricchendo. Sappiamo già che i più ricchi sono nelle città
della costa e i più poveri sono nelle campagne dell’interno: bisognerà capire quali
sono le differenze e anche lì, quanto gli uni e gli altri stanno diventando più ricchi
o più poveri.
D. – Molti osservatori hanno messo in evidenza il fatto
che questo censimento possa rappresentare una sorta di controllo del governo, soprattutto
su quelli che non hanno rispettato la legge del figlio unico. Secondo te, è così?
R.
– Il controllo del governo c’è certamente, perché il censimento è istituzionalmente
pensato come una forma di controllo. Per il figlio unico no, perché il governo vuole
capire esattamente come stanno le cose. E proprio per questo ha bisogno che la gente
risponda sinceramente e quindi non ha posto forme di punizione per quanti hanno avuto
più di un figlio, invece del figlio unico.
D. – Allora, un quadro economico
più esatto dell’economia che, nel panorama mondiale, in questo momento si può definire
“rampante”…
R. – Questo è il centro della questione. Da questo dipenderà
poi il sistema di sviluppo che dovrà essere in qualche modo impostato. La questione
centrale di questo censimento è l’inurbamento della popolazione. Secondo stime attuali,
l’inurbamento è di oltre il 40%. I cittadini nelle città, nelle metropoli consumano
di più e quindi potranno trainare meglio e con più forza i consumi interni. Quindi,
l’economia cinese potrà basarsi di più sui consumi dei suoi cittadini e meno sulle
esportazioni, e questo è quello che importa sia alla Cina, sia al mondo, perché tutto
il mondo oggi vuole esportare in Cina e vuole importare meno dalla Cina.
D.
– Perché, secondo te, milioni di cinesi mancano ancora all’appello dei censimenti
precedenti?
R. – Il punto centrale è stata la questione del figlio unico.
Oggi, effettivamente, la politica del figlio unico si è molto ammorbidita e questo
ammorbidimento effettivamente fa pensare che non ci sia molto da temere da parte di
tutti…(gf)