Brasile: sradicare la povertà, primo impegno della neo-presidente Roussef
“Sradicherò la povertà”. Parola di Dilma Roussef, vincitrice nelle presidenziali brasiliane.
Economista, 62 anni, era quasi sconosciuta nel Paese prima di iniziare l'avventura
elettorale. Grazie al supporto di Lula, di cui era capo di gabinetto, è riuscita a
diventare subito la favorita nella corsa contro Josè Serra, l'ex governatore dello
Stato di San Paolo. Francesca Ambrogetti:
Il giorno
dopo le elezioni era già a lavoro, Dilma Rousseff, la prima donna eletta presidente
in Brasile, nel ballottaggio di domenica. Ha iniziato a fianco di Lula il periodo
di due mesi di transizione. Dal prossimo primo gennaio, dovrà affrontare da sola la
responsabilità di governare il gigante sudamericano, ottava potenza economica al mondo.
Il risultato era stato annunciato dai sondaggi. Gli elettori hanno votato la
continuità del progetto di Lula da Silva, il carismatico presidente che nei suoi otto
anni di governo ha trasformato il Brasile. Dilma Roussef eredita un Paese in crescita
continua e sostenuta, ma con ancora tanti problemi strutturali da risolvere. La “dama
di ferro”, come la chiamano molti in Brasile, è convinta di farcela. Ha annunciato
che approfondirà l’impegno per l’inclusione sociale: “Nessuno di noi può stare tranquillo
– ha detto con enfasi, nel primo discorso – finché ci saranno poveri nel nostro Paese”.
Ha garantito la libertà di stampa e di religione, ha promesso che farà spazio alle
donne e ha teso la mano all’opposizione. Avrà la maggioranza in parlamento e governerà
con gli alleati della coalizione vincente. Tra le tante altre sfide, la preparazione
dei mondiali e delle Olimpiadi.