2010-11-01 15:01:27

Oltre 50 morti per l'attentato di ieri nella cattedrale di Baghdad: due sacerdoti uccisi subito al momento dell'irruzione nella chiesa


In Iraq continua a crescere il bilancio del massacro compiuto ieri da terroristi di al Qaeda nella cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora delle Salvezza, che si trova nel centro di Baghdad: fonti della sicurezza parlano di oltre 50morti e circa 80 feriti. E’ arrivata la rivendicazione, via internet, da parte dello 'Stato islamico in Iraq', un cartello di gruppi terroristi guidati dal ramo iracheno di al Qaeda. Nel testo si pone anche un ultimatum di 48 ore alla Chiesa copta d’Egitto affinché liberi le mogli di due sacerdoti che secondo i terroristi sarebbero ''detenute nei monasteri'' perché una di loro si sarebbe convertita all'Islam e l'altra starebbe per farlo. E dal Cairo giunge notizia di misure di sicurezza rafforzate nelle chiese e la ferma condanna del ministero degli Esteri. Sembra che i fedeli rimasti uccisi nella chiesa di Bagdad siano almeno 37. Tra di loro anche due preti freddati dai terroristi poco dopo l'irruzione nella chiesa. Nell’intervista di Eugenio Bonanata, mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad dei Caldei, ricorda i due religiosi:RealAudioMP3  

R. - Erano miei alunni. Erano giovanissimi e lavoravano con gran zelo, seguivano i giovani e i bambini nel catechismo, nella vita pastorale… E’ molto dolorosa, molto triste questa la loro morte. Speriamo - e certamente abbiamo fiducia - che Dio protegga la sua Chiesa e sia con la sua Chiesa. Queste cose, però, sugli uomini influiscono tanto e molto negativamente. Per me non vi è nessuna via di uscita, se non quella della preghiera! Dobbiamo chiedere a Dio, al Dio della pace, di dare la pace alla nostra nazione.

 

D. - Lei oggi ha visitato i feriti. Qual è stata la loro reazione alla sua visita…

 

R. - La loro reazione è stato molto positiva. Da una parte, erano molto contenti del fatto che il Patriarca ed io fossimo lì a visitarli. Dall’altra parte, però, erano molto addolorati, molto sofferenti. Ci hanno detto che quelle quattro ore in quella Chiesa sono state una tragedia, un’esperienza insopportabile!

 

D. - Mons. Warduni, quali saranno - secondo lei - le conseguenze sulla comunità cristiana del Paese?

 

R. - Questa è proprio una grande tragedia. Non si era mai sentito e non era mai successo in Iraq che entrassero in una casa di Dio e prendessero ostaggi. Questo - penso - influirà negativamente su tutto l’Iraq, perché dimostra che nessun posto è tranquillo, è in pace. Dalle modalità con cui hanno agito, si vede che era tutto organizzato. Se nella casa di Dio succede questo, cosa potrà succedere altrove? Penso che quest’atto avrà un influsso molto negativo sui cristiani, perché molti di quelli che hanno vissuto questo attacco potrebbero decidere di lasciare il Paese. Speriamo di no …

 

D. - La chiesa attaccata a Baghdad è una chiesa molto importante nella città …

 

R. – Certo: è la cattedrale dei siro-cattolici! L’arcivescovado è molto vicino, e noi siamo andati come fratelli di una stessa confessione cattolica. Noi dobbiamo essere tutti costruttori di pace, uniti in tutte le difficoltà che verranno, perché Cristo ha detto: “Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amato”. (m.g.)








All the contents on this site are copyrighted ©.