Oltre 50 morti per l'attentato di ieri nella cattedrale di Baghdad: due sacerdoti
uccisi subito al momento dell'irruzione nella chiesa
In Iraq continua a crescere il bilancio del massacro compiuto ieri da terroristi di
al Qaeda nella cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora delle Salvezza, che si
trova nel centro di Baghdad: fonti della sicurezza parlano di oltre 50morti e circa
80 feriti. E’ arrivata la rivendicazione, via internet, da parte dello 'Stato islamico
in Iraq', un cartello di gruppi terroristi guidati dal ramo iracheno di al Qaeda.
Nel testo si pone anche un ultimatum di 48 ore alla Chiesa copta d’Egitto affinché
liberi le mogli di due sacerdoti che secondo i terroristi sarebbero ''detenute nei
monasteri'' perché una di loro si sarebbe convertita all'Islam e l'altra starebbe
per farlo. E dal Cairo giunge notizia di misure di sicurezza rafforzate nelle chiese
e la ferma condanna del ministero degli Esteri. Sembra che i fedeli rimasti uccisi
nella chiesa di Bagdad siano almeno 37. Tra di loro anche due preti freddati dai terroristi
poco dopo l'irruzione nella chiesa. Nell’intervista di Eugenio Bonanata,mons.
Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad dei Caldei, ricorda i due religiosi:
R. - Erano
miei alunni. Erano giovanissimi e lavoravano con gran zelo, seguivano i giovani e
i bambini nel catechismo, nella vita pastorale… E’ molto dolorosa, molto triste questa
la loro morte. Speriamo - e certamente abbiamo fiducia - che Dio protegga la sua Chiesa
e sia con la sua Chiesa. Queste cose, però, sugli uomini influiscono tanto e molto
negativamente. Per me non vi è nessuna via di uscita, se non quella della preghiera!
Dobbiamo chiedere a Dio, al Dio della pace, di dare la pace alla nostra nazione.
D.
- Lei oggi ha visitato i feriti. Qual è stata la loro reazione alla sua visita…
R.
- La loro reazione è stato molto positiva. Da una parte, erano molto contenti del
fatto che il Patriarca ed io fossimo lì a visitarli. Dall’altra parte, però, erano
molto addolorati, molto sofferenti. Ci hanno detto che quelle quattro ore in quella
Chiesa sono state una tragedia, un’esperienza insopportabile!
D.
- Mons. Warduni, quali saranno - secondo lei - le conseguenze sulla comunità cristiana
del Paese?
R. - Questa è proprio una grande tragedia.
Non si era mai sentito e non era mai successo in Iraq che entrassero in una casa di
Dio e prendessero ostaggi. Questo - penso - influirà negativamente su tutto l’Iraq,
perché dimostra che nessun posto è tranquillo, è in pace. Dalle modalità con cui hanno
agito, si vede che era tutto organizzato. Se nella casa di Dio succede questo, cosa
potrà succedere altrove? Penso che quest’atto avrà un influsso molto negativo sui
cristiani, perché molti di quelli che hanno vissuto questo attacco potrebbero decidere
di lasciare il Paese. Speriamo di no …
D. - La chiesa
attaccata a Baghdad è una chiesa molto importante nella città …
R.
– Certo: è la cattedrale dei siro-cattolici! L’arcivescovado è molto vicino, e noi
siamo andati come fratelli di una stessa confessione cattolica. Noi dobbiamo essere
tutti costruttori di pace, uniti in tutte le difficoltà che verranno, perché Cristo
ha detto: “Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amato”. (m.g.)