Musica, animazioni e preghiera per "La Notte dei Santi" organizzata dall'arcidiocesi
di Torino
Un invito a riscoprire la festa di Tutti i Santi, spesso trascurata o diversamente
interpretata. Per il terzo anno consecutivo l’Ufficio giovani dell'arcidiocesi di
Torino organizza “La notte dei Santi”: attraverso musica, animazioni, preghiera, letture
e arte, giovani di parrocchie e movimenti proporranno per le strade del centro storico
del capoluogo piemontese le figure di tanti testimoni del Vangelo che, nel corso della
storia, hanno conformato la loro vita a quella di Cristo. Paolo Ondarza ne
ha parlato con don Maurizio De Angeli, direttore dell’ufficio Giovani della
diocesi di Torino:
R. - Vogliamo
proporre a tutta la città di Torino e, in particolar modo, al popolo giovane della
città di Torino e che normalmente la sera si incontra nei locali, nelle piazze, nelle
strade, qualcosa che è tipicamente nostro e cioè la prospettiva della santità. Qualcuno
ci ha chiesto se volessimo fare un anti-halloween o qualcosa del genere. In realtà
la nostra prospettiva è molto semplice: offriamo qualcosa che ci è particolarmente
caro, e poiché è caro a noi, vogliamo regalarlo anche a voi. D. - Non si
tratta di andare contro qualcosa o contro qualcuno, ma si tratta di riscoprire un
po' qualcosa che ci appartiene?
R. - Esatto. Qualcosa che è tipico della
nostra tradizione cristiana e che, forse, abbiamo anche un po’ dimenticato. In un
spirito e in una situazione di più culture, di più religioni non vogliamo contrastare
o controbbattere nessuno. semplicemente vogliamo offrire - democraticamente - anche
la nostra parte.
D. – Anche perchè, forse, alla Festa di tutti i Santi,
siamo un po’ tutti abituati essendo un giorno festivo, ma poco spesso ci si sofferma
sul valore di questa festa, che racchiude in sé un po’ tutte quelle personalità, quegli
uomini e quelle donne, che si sono distinte per la loro vita conformata a Cristo…
R.
– Benissimo, diciamo che sul calendario liturgico è segnato “solennità”, ma rischiamo
di vivere questa solennità con la tristezza, perché il nostro pensiero va alle persone
care che non abbiamo più, che non sono più con noi. La solennità di tutti i Santi
ci propone, invece, di guardare veramente al di là, di guardare alle cose grandi e
alle cose belle. A me fa particolarmente piacere pensare che domenica sera, domenica
notte, dopo la Messa che avremo celebrato con il cardinale arcivescovo, i nostri giovani
percorreranno quelle stesse strade che anche i nostri Santi torinesi hanno percorso.
D. – Allora, don Maurizio, una serata e una nottata con musica, animazioni,
preghiera, letture, arte…
R. – Si. Per alcune strade, per alcune piazze
della città, gruppi di giovani che provengono da diverse parrocchie, associazioni
e movimenti - attraverso varie forme d’arte - proporranno all’attenzione dei giovani
che passano in queste strade, in questa piazze e che frequentano questi locali, qualcosa
che ha a che fare con la vita dei santi, attraverso la testimonianza di una parola,
di uno slogan, di una figura, di un santo. L’invito sarà poi anche quello di entrare
in una di queste chiese, che rimarranno aperte del nostro centro di Torino, dove ci
sarà anche la possibilità di vivere l'esperienza della Adorazione Eucaristica, poiché
all’interno delle chiese ci sarà un’animazione “spirituale” e la possibilità di celebrare
il Sacramento della riconciliazione, la possibilità - forse - di rifare un’esperienza
di preghiera che molti giovani da anni hanno tralasciato.
D. – Proporre
le figure dei Santi, uomini e donne che hanno scoperto la gioia di vivere il Vangelo
e di seguire Cristo: questo è stato un suggerimento più volte dato da Papa Benedetto
XVI. Secondo lei, oggi quanto è sentito questo appello da parte dei giovani?
R.
– E’ sentito, anche se forse non è così esplicito dentro i loro cuori: anche perché
di fronte alla prospettiva di una vita che è chiamata ad amare e a lasciarsi amare,
i giovani - su questo punto - sono ancora decisamente recettivi…
D.
– Si è chiamati ad essere santi oggi, quindi in condizioni diverse da ieri e sempre
nuove…
R. – Certo, ce lo diceva bene già la Lumen Gentium, con questa
chiamata universale alla santità di tutti i credenti; ce lo dicono bene anche le forme
d’arte, con cui cercheremo di esprimere questo, perché in qualche modo ci fanno guardare
a quella bellezza che ci ricorda la grandezza e la bellezza di Dio, il cui riflesso
- in qualche modo - si manifesta anche nella vita dei santi. (m.a)