I vescovi svizzeri contro il referendum sull’espulsione degli stranieri che commettono
reati
In vista del prossimo referendum di iniziativa popolare sull’espulsione degli stranieri
che hanno commesso reato, e sul progetto di legge parlamentare, la Conferenza episcopale
svizzera (Ces) ha pubblicato ieri una nota – ripresa dal Sir - per affermare che le
leggi attuali sono sufficienti e che i progetti di legge presentati suggeriscono “una
necessità giuridica che non esiste”. “Le leggi esistenti – scrivono i presuli - già
consentono alle autorità di espellere fuori della Svizzera qualunque persona straniera
che abbia commesso reato. Pertanto l'iniziativa referendaria e il progetto di legge
non hanno alcun senso giuridico. Sono piuttosto il segnale di una politica che elude
le questioni giuridiche e di Stato essenziali e di difficile soluzione”. Secondo l’episcopato
le questioni sono: “Come possiamo migliorare la coesistenza tra gli svizzeri e gli
stranieri? Quali sono i doveri che incombono sullo Stato e la società, e quali i doveri
che spettano agli immigrati, in vista di una buona integrazione? Cosa si intende per
integrazione e qual è la nostra identità svizzera?”. La nota aggiunge: “Chiunque evita
di affrontare queste questioni importanti attraverso dispositivi giuridici non solo
non riesce a risolverle, ma crea un clima in Svizzera, che nuoce a tutti gli stranieri,
e contribuisce al radicamento di pregiudizi malsani, puntando esclusivamente sul problema
della criminalità degli stranieri”. Prima di esprimere il proprio parere, la Conferenza
episcopale svizzera si è affidata ad un gruppo di esperti legali secondo i quali “l'accettazione
dell'iniziativa referendaria potrebbe provocare ulteriori problemi a livello di etica
e diritto internazionale. Perché in linea di principio, con le nuove normative, il
provvedimento di espulsione può essere decretato senza considerare la situazione nel
paese di origine o le condizioni di vita in Svizzera, e potrebbe condurre a prendere
decisioni che sono ingiustificabile dal punto di vista etico e contrarie ai diritti
umani fondamentali. Per questi motivi, l'iniziativa referendaria deve essere chiaramente
respinta”. Il progetto di legge invece “non è necessario perché, in realtà, non cambia
quasi nulla nella situazione giuridica attuale”. Esistono cioè in Svizzera “misure
già sufficienti per espellere gli stranieri condannati”.