2010-10-30 08:40:17

I vescovi svizzeri contro il referendum sull’espulsione degli stranieri che commettono reati


In vista del prossimo referendum di iniziativa popolare sull’espulsione degli stranieri che hanno commesso reato, e sul progetto di legge parlamentare, la Conferenza episcopale svizzera (Ces) ha pubblicato ieri una nota – ripresa dal Sir - per affermare che le leggi attuali sono sufficienti e che i progetti di legge presentati suggeriscono “una necessità giuridica che non esiste”. “Le leggi esistenti – scrivono i presuli - già consentono alle autorità di espellere fuori della Svizzera qualunque persona straniera che abbia commesso reato. Pertanto l'iniziativa referendaria e il progetto di legge non hanno alcun senso giuridico. Sono piuttosto il segnale di una politica che elude le questioni giuridiche e di Stato essenziali e di difficile soluzione”. Secondo l’episcopato le questioni sono: “Come possiamo migliorare la coesistenza tra gli svizzeri e gli stranieri? Quali sono i doveri che incombono sullo Stato e la società, e quali i doveri che spettano agli immigrati, in vista di una buona integrazione? Cosa si intende per integrazione e qual è la nostra identità svizzera?”. La nota aggiunge: “Chiunque evita di affrontare queste questioni importanti attraverso dispositivi giuridici non solo non riesce a risolverle, ma crea un clima in Svizzera, che nuoce a tutti gli stranieri, e contribuisce al radicamento di pregiudizi malsani, puntando esclusivamente sul problema della criminalità degli stranieri”. Prima di esprimere il proprio parere, la Conferenza episcopale svizzera si è affidata ad un gruppo di esperti legali secondo i quali “l'accettazione dell'iniziativa referendaria potrebbe provocare ulteriori problemi a livello di etica e diritto internazionale. Perché in linea di principio, con le nuove normative, il provvedimento di espulsione può essere decretato senza considerare la situazione nel paese di origine o le condizioni di vita in Svizzera, e potrebbe condurre a prendere decisioni che sono ingiustificabile dal punto di vista etico e contrarie ai diritti umani fondamentali. Per questi motivi, l'iniziativa referendaria deve essere chiaramente respinta”. Il progetto di legge invece “non è necessario perché, in realtà, non cambia quasi nulla nella situazione giuridica attuale”. Esistono cioè in Svizzera “misure già sufficienti per espellere gli stranieri condannati”.







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