In Pakistan 3 mila casi e 29 decessi per la dengue: appello dei Camilliani
Più che il colera (99 casi accertati) è la dengue a preoccupare gli operatori sanitari
impegnati in Pakistan fra gli sfollati: “Sono oltre 3mila i casi segnalati, con già
29 decessi”, dice all'agenzia Fides padre Aris Miranda, della Camillian Task Force,
attualmente impegnato in Pakistan. L’allarme dengue è stato ribadito anche in un incontro
fra Margaret Chan, direttore generale dell’Oms, in missione a Islamabad, e il Presidente
per Pakistan Asif Ali Zardari, in cui si è discusso della situazione sanitaria nella
aree alluvionate. In un aggiornamento sull'attuale situazione, padre Aris Miranda
rimarca a Fides: “Nelle province di Jhang, Gogra, Multan, Layyah, e MuzaffarGarh in
Punjab e in quelle di Kotri, Hyderabad, Badin, Thatta del Sindh, che abbiamo appena
visitato, abbiamo riscontrato molti profughi contagiati da malaria e dengue. C'è bisogno
di ripari, acqua potabile e farmaci. La maggior parte delle abitazioni sono andate
distrutte, la gente vive in tende o rifugi improvvisati, privi di servizi igienici
ed esposti a tante malattie. Si avvicina l'inverno e servono indumenti invernali.
Hanno bisogno di acqua potabile. Mancano assistenza medica e medicinali per le vittime
della dengue. Il rischio principale di una eventuale ulteriore epidemia di dengue
è la morte su vasta scala e il propagarsi di malattie, come la malnutrizione prevalente
anche tra i bambini”, continua il Camilliano. “Facciamo appello alla comunità internazionale
per maggiori aiuti sanitari e rifugi per le vittime. Chiediamo inoltre di fornire
alla popolazione mezzi di sussistenza alternativi, dal momento che i terreni non sono
ancora pronti per la coltivazione a causa delle inondazioni e la gente deve saldare
i debiti contratti con i loro proprietari". Padre Robert McCulloch, presidente del
consiglio di amministrazione del St. Elizabeth Hospital, a Hyderabad, durante l'incontro
con rappresentanti e professionisti del mondo della salute di diverse organizzazioni
coinvolte negli aiuti umanitari, compresa l'Oms, ha detto che non ci sono segnalazioni
di epidemie di colera date dai funzionari sanitari del governo. Inoltre, sui media
locali (televisioni e giornali), si parla con allarme di una possibile epidemia di
dengue. "Le cause - continua padre Aris - sono dovute prevalentemente alle precarie
condizioni sanitarie e all'acqua stagnante. Abbiamo trovato tanti posti, nella provincia
del Sindh, sommersi dall'acqua. A Khushpur, villaggio cristiano della diocesi di Faisalabad,
la gente beve acqua sporca e contaminata presa con pompe a mano da 16 piedi di profondità.
Secondo i residenti, il livello delle acque sotterranee è poco profondo e, anche se
non dimostrato scientificamente, provoca un più lento ritiro delle acque piovane mantenendo
l'acqua stagna e contaminando anche la falda freatica molto importante per queste
persone". (R.P.)