Il Libano rischia la guerra civile. A lanciare l’allarme è l’Onu, che mette in guardia
da possibili scontri nelle prossime settimane, quando verranno pubblicate le sentenze
del Tribunale speciale che indaga sull’assassinio dell’ex premier, Hariri. La milizia
islamica di Hezbollah ha invitato a boicottare il lavoro degli inquirenti e ha avvertito
che la situazione sta diventando molto pericolosa. Ma qual è il quadro nello Stato
libanese? Eugenio Bonanata lo ha chiesto a Roger Bouchahine, direttore dell’Osservatorio
geopolitico mediorientale:
R. - La guerra
civile è già in atto, perché dalle analisi svolte a 360° risulta che in Libano si
stanno armando tutti. Il rischio di una guerra civile non c’è soltanto quando si spara
nelle strade. Nel Paese, ogni giorno ci sono minacce tra gruppi diversi, tra politici
diversi. C’è una tensione smisurata, quasi incontrollabile. La guerra civile in senso
stretto non ci sarà, proprio perché non c’è una situazione tale per fare una guerra
civile: le guerre civili ci sono quando i due gruppi o si armano all’improvviso o
sono già armati e si scontrano. In Libano, oggi, c’è il potere degli Hezbollah che
minaccia l’esistenza dello Stato libanese stesso. Se Hezbollah decide di invadere
tutto il territorio creando una situazione di Stato militare occupato, le conseguenze
sarebbero gravissime. Non so poi a chi si chiederebbe un intervento…
D.
- Tra i Paesi arabi, chi può fare qualcosa a favore della complessa situazione del
Paese libanese?
R. - Nessuno. La Siria continuerà a lasciar agire Hezbollah
e non vede l’ora di rimettere i piedi dentro il Libano. Forse, si potrebbe giocare
questa carta: per non far scoppiare una nuova guerra civile, permetteranno il rientro
nel Paese della Siria che già esercita un’influenza al cento per cento. Il vero problema
è che il Libano non ha un Paese amico che può intervenire. Non si può scavalcare la
Siria per entrare in Libano, non è che l’Egitto può mandare i soldati egiziani con
gli aerei per intervenire. Hariri ha l’Arabia Saudita dietro, ma l’Arabia Saudita
non riesce a difendersi - essa stessa - dalle minacce dei salafiti e dei gruppi jihadisti
e yemeniti che mettono in difficoltà la sicurezza del Paese. Il Libano spera nell’Onu,
spera nella giustizia, spera nell’Occidente. Non può sperare in un Paese amico arabo,
perché poi c’è la questione della religione. Non ci dimentichiamo che una guerra civile
in Libano può far scoppiare la guerra sunnita e sciita in tutto il mondo. L’amministrazione
Obama sta sottovalutano questo rischio, ma se questa guerra scoppia - e può partire
proprio dal Libano - significherebbe accendere il fuoco in mezzo mondo.