Rapporto Onu: la regione Asia-Pacifico è impreparata ad affrontare i disastri naturali
I Paesi della regione dell’Asia e del Pacifico sono più soggetti ad essere colpiti
da disastri naturali, rispetto ad altre aree del mondo. Le popolazioni della regione
hanno quattro volte in più la probabilità di essere vittime di catastrofi naturali,
rispetto a chi vive in Africa, e sono 25 volte più vulnerabili rispetto agli Europei
e agli Americani del nord. E quanto emerge da un rapporto ONU presentato in occasione
della 4° Conferenza Ministeriale Asiatica sulla Riduzione del Rischio di Disastro,
che si è svolta ad Incheon, in Corea del sud. Le strategie per la riduzione dei disastri
- sostiene il rapporto - dovrebbero far parte di un più ampio programma di sviluppo
e rientrare in budget multi-settoriali, per poter far fronte alle ineguaglianze economiche
e sociali che caratterizzano la regione. Il Rapporto 2010 sui Disastri nella Regione
dell’Asia e del Pacifico – preparato dalla Commissione economia e sociale Onu per
l’Asia ed il Pacifico (Escap) e dalla Strategia Internazionale Onu per la Riduzione
dei Disastri (Unisdr) – sostiene che i disastri naturali hanno un impatto negativo
sproporzionato sullo sviluppo umano di questa regione. L’Asia ed il Pacifico, secondo
il rapporto, generano un quarto del prodotto interno lordo mondiale, ma contano 85%
dei morti e 42% delle perdite economiche mondiali, a causa dei disastri naturali che
la colpiscono. In un messaggio video trasmesso durante la conferenza, il Segretario
Generale dell'Onu Ban Ki-moon ha ribadito il bisogno di includere la riduzione del
rischio di disastri nelle politiche di sviluppo nazionali e nelle strategie per la
lotta al cambio climatico. “Ci sono modi sicuri per ridurre i rischi e far fronte
alle conseguenze di un disastro – valutazione dei rischi obbligatorie e di routine,
protezione ambientale, pianificazione urbana coerente e regolamenti edilizi, sistemi
di allerta precoce, educazione pubblica e sicurezza” ha affermato Ban Ki-moon. Il
rapporto pone anche l’accento sulle conseguenze socio-economiche dei disastri e suggerisce
strumenti per poter ridurre la vulnerabilità nei confronti della regione nei confronti
degli stessi. Enfatizza che i danni provocati dai disastri sono proporzionali al livello
di povertà e alle vulnerabilità causate degli squilibri socio-economici ed ambientali.
“Finché questi squilibri non saranno corretti, le persone con più probabilità di essere
colpite da disastri, sono anche quelle che hanno più possibilità di continuare a vivere
in povertà, e viceversa, a causa di un circolo vizioso difficile da rompere”, ha affermato
Noeleen Heyze, Segretario esecutivo dell’Escap, in un comunicato congiunto scritto
con Margareta Wahlström, Rappresentante Speciale Onu per la Riduzione del Rischio
di Disastri. (R.P.)