2010-10-28 12:42:02

La ricerca scientifica sia luogo di dialogo e incontro tra l'uomo e il suo Creatore: così il Papa all’Accademia delle Scienze


La scienza sia sempre indirizzata alla ricerca della verità: è l’esortazione di Benedetto XVI, rivolta stamani ai partecipanti alla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, ricevuti in udienza in Vaticano. Il Papa ha messo in luce i punti di contatto tra fede e ricerca scientifica ed ha ribadito l’incoraggiamento della Chiesa per un progresso scientifico che sia davvero di beneficio per l’umanità. Il Pontefice ha ricordato con affetto e gratitudine il fisico Nicola Cabibbo, presidente dell’Accademia, scomparso recentemente. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Non bisogna guardare alla scienza come fosse una panacea né con sentimenti di paura: è quanto sottolineato da Benedetto XVI che ha messo in guardia da queste due visioni estremistiche della ricerca scientifica. Il Papa si è dunque soffermato sul reale obiettivo della scienza, anche alla luce degli straordinari sviluppi dell’ultimo secolo:

“Its task was and remains a patient yet passionate…”
“Il suo compito – ha osservato – era e resta una ricerca paziente e al tempo stesso appassionata della verità, riguardante il cosmo, la natura” e l’essere umano. Una ricerca, ha aggiunto, che può conoscere “successi e fallimenti”. Ed il cui sviluppo può vivere momenti esaltanti, quando si scoprono aspetti complessi della natura, ma anche di umiltà quando teorie che si pensava avessero scoperto alcuni fenomeni si rivelano invece solo parziali. Il Papa ha così ribadito la stima della Chiesa verso i ricercatori scientifici e la gratitudine per i loro sforzi che continua ad incoraggiare. Del resto, ha soggiunto, anche gli scienziati “apprezzano sempre più il bisogno di aprirsi alla filosofia” per scoprire la "fondazione logica ed epistemologica” della loro metodologia:

“For her part, the Church is convinced that scientific…”
“Da parte sua – ha affermato – la Chiesa è convinta che in definitiva l’attività scientifica riceva dei benefici dal riconoscimento della dimensione spirituale dell’uomo e la sua ricerca” di risposte ultime. Parole corredate da un auspicio per la collaborazione tra fede e scienza:

“Scientists do not create the world…”
“Gli scienziati – ha detto – non creano il mondo”. Piuttosto, cercano di imitare le leggi che la natura ci manifesta. L’esperienza degli scienziati come esseri umani, ha proseguito, è perciò quella della percezione di una legge, di un logos. Ciò, ha osservato, ci porta “ad ammettere l’esistenza di una Ragione onnipotente che è altro dall’uomo e che sostiene il mondo”. Questo, ha rilevato, è “il punto di incontro tra la scienza naturale e la religione”. Come risultato, dunque, la scienza “diventa un luogo di dialogo, di incontro tra l’uomo e la natura e, potenzialmente, perfino tra l’uomo e il suo Creatore”. Guardando poi all’esperienza scientifica del XX secolo, tema della Plenaria dell’Accademia, il Papa ha offerto un’ulteriore riflessione sui risultati che la scienza dovrebbe perseguire:

“First, as increasing accomplishments of the sciences…”
“Innanzitutto – ha constatato – poiché il moltiplicarsi degli sviluppi scientifici accrescono la nostra meraviglia sulla complessità della natura, è sempre più percepito il bisogno di un approccio interdisciplinare legato ad una riflessione filosofica che conduca ad una sintesi”. Inoltre, ha detto ancora, il progresso scientifico deve sempre essere realizzato in vista della fraternità e della pace, “per aiutare a risolvere i grandi problemi dell’umanità e per dirigere gli sforzi di ognuno verso il vero bene dell’uomo e lo sviluppo integrale dei popoli del mondo”. Nel XXI secolo, ha concluso il Papa, il progresso si potrà dunque davvero definire positivo se gli scienziati riusciranno ad applicare le loro scoperte tenendo conto di ciò che è giusto e buono.







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