2010-10-28 07:52:44

Indonesia sconvolta dallo tsunami e dall'eruzione del vulcano Merapi. Oltre 300 le vittime


L’Indonesia si mobilita per far fronte sia allo tsunami, seguito ad un terremoto di magnitudo 7.7, sia all’eruzione del vulcano Merapi, che hanno causato oltre 300 morti e un numero ancora imprecisato di dispersi. Le zone più colpite sono l'arcipelago delle Mentawai, devastate dal sisma, e l’isola di Giava, dove diversi villaggi sono stati interamente coperti da una colata di lava e cenere. Il servizio di Maria Grazia Coggiola: RealAudioMP3

Nelle difficoltà dei soccorsi, la Caritas Internationalis ha offerto 60mila euro e le organizzazioni nazionali sono al lavoro. Ottimista la Chiesa locale, in prima linea negli aiuti alla popolazione. Sentiamo la testimonianza da Padang di Padre Fernando Abis, superiore regionale dei Saveriani per la zona di Sumatra. L’intervista è di Gabriella Ceraso: RealAudioMP3

R. – Ci sono parecchi villaggi che non sono stati ancora raggiunti. Ci sono tante, tante case distrutte. Anche le scorte di cibo sono state spazzate via…

D. – Voi vi siete organizzati in qualche modo?

R. – Sì, la diocesi ha già mandato sul posto tre incaricati della Caritas. Siamo in contatto anche con organizzazioni missionarie e umanitarie di Jakarta e sembra anche che stiano arrivando aiuti di una certa consistenza.

D. – Sono scattati anche aiuti ed interventi del governo?

R. – Il governo sta mandando navi che trasportano quello che si può radunare così, in tutta fretta. Sembra che anche il vice presidente sia arrivato qui, a Sumatra, mentre il presidente si è recato a Java.

D. – Crede che ci saranno richieste specifiche, ci sarà bisogno anche di un massiccio intervento internazionale?

R. – Tra poco ci sarà un incontro in diocesi con il vescovo e si saprà meglio se ci sarà bisogno di un massiccio intervento dall’esterno. Penso che a richiedere maggiore attenzione siano i contributi alla ricostruzione delle case e dei villaggi.

D. – Per quanto riguarda invece il vulcano Merapi, le informazioni dicono che questa eruzione fosse prevedibile...

R. – Sì, già da una settimana c’era il preallarme e chi poteva mettersi in salvo l’ha fatto. Quello che non era prevedibile penso fosse la nube calda, incandescente, che è scivolata sul fianco del vulcano, dove ci sono state le vittime.










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