Udienza generale: appelli per Indonesia e Benin. Catechesi su Santa Brigida: l'Europa
si alimenti dalle proprie radici cristiane
Solidarietà all’Indonesia, flagellata da una serie di catastrofi naturali, e al Benin,
colpito da alluvioni. Si è conclusa con un doppio appello l’udienza generale di Benedetto
XVI, tenuta questa mattina in Piazza San Pietro, davanti a 30 mila persone. Il Papa
ha dedicato la catechesi a Santa Brigida di Svezia, vissuta nel 14.mo secolo, la grande
mistica compatrona d’Europa ed esempio di santità coniugale. Il servizio di Alessandro
De Carolis:
Un triplice
colpo – terremoto, tsunami, eruzione vulcanica – inferto al cuore di un Paese al quale
nulla è stato risparmiato negli ultimi tempi. Benedetto XVI si fa vicino all’Indonesia
che conta i suoi numerosi morti dopo le onde anomale sull’isola di Sumatra ed estende
gli stessi sentimenti allo Stato africano del Benin, che fronteggia da settimane delle
gravi alluvioni:
“Ai familiari delle vittime esprimo il più vivo
cordoglio per la perdita dei loro cari e a tutta la popolazione indonesiana assicuro
la mia vicinanza e la mia preghiera. Sono inoltre vicino alla cara popolazione del
Benin, colpita da continue alluvioni, che hanno lasciato molte persone senza tetto
e in precarie situazioni igienico-sanitarie. Sulle vittime e sull’intera nazione invoco
la benedizione ed il conforto del Signore. Alla comunità internazionale chiedo di
prodigarsi per fornire il necessario aiuto e per alleviare le pene di quanti soffrono
per queste devastazioni”.
La precedente catechesi in italiano e
nelle varie lingue – svolta in una Piazza San Pietro inondata da un luminoso sole
autunnale – era stata impostata dal Papa su Santa Brigida di Svezia e sulle molte
“vite” che caratterizzarono la sua esistenza. Moglie e poi vedova, mistica e poi Santa,
Patrona d’Europa: Benedetto XVI ha considerato una ad una queste varie fasi, non tanto
per evidenziare una salita dal basso verso l’alto, quanto per dimostrare come una
vita cristiana coerente, qualsiasi sia la vocazione di una persona, è sempre apportatrice
di santità. Nata nel 1303 in un Paese, quello scandinavo, divenuto cristiano da 300
anni, Brigida – ha affermato il Papa – fu dapprima moglie e madre di otto figli. Un
matrimonio lungo e sereno, durato 28 anni, e impostato saldamente su valori mutuati
dal Vangelo:
“Brigida, spiritualmente guidata da un dotto religioso
che la iniziò allo studio delle Scritture, esercitò un influsso molto positivo sulla
propria famiglia che, grazie alla sua presenza, divenne una vera ‘chiesa domestica’.
(...) Questo primo periodo della vita di Brigida ci aiuta ad apprezzare quella che
oggi potremmo definire un’autentica 'spiritualità coniugale': insieme, gli sposi cristiani
possono percorrere un cammino di santità, sostenuti dalla grazia del Sacramento del
Matrimonio”.
Come “non poche volte” accade anche oggi in una vita
coniugale, ha constatato il Pontefice, fu il marito di Brigida, Ulf, ad essere aiutato
con sensibilità e delicatezza dalla moglie a compiere un percorso di fede:
“Possa
lo Spirito del Signore suscitare anche oggi la santità degli sposi cristiani, per
mostrare al mondo la bellezza del matrimonio vissuto secondo i valori del Vangelo:
l’amore, la tenerezza, l’aiuto reciproco, la fecondità nella generazione e nell’educazione
dei figli, l’apertura e la solidarietà verso il mondo, la partecipazione alla vita
della Chiesa”.
La vedovanza, che sopraggiunse dopo il 1341, porta
con sé un radicale cambio di vita per la futura Santa. Brigida rinuncia alle nozze
e approfondisce il suo rapporto interiore con Dio. Scaturisce da qui, ha descritto
Benedetto XVI, quella lunga e variegata esperienza di rivelazioni divine, che ebbero
nella contemplazione della Passione di Cristo uno dei fulcri spirituali. Ma Brigida
era consapevole, ha detto il Papa, che questo suo carisma era a servizio della Chiesa:
“Proprio
per questo motivo, non poche delle sue rivelazioni erano rivolte, in forma di ammonimenti
anche severi, ai credenti del suo tempo, comprese le Autorità religiose e politiche,
perché vivessero coerentemente la loro vita cristiana; ma faceva questo sempre con
un atteggiamento di rispetto e di fedeltà piena al Magistero della Chiesa, in particolare
al Successore dell’Apostolo Pietro”.
Brigida, spesso in pellegrinaggio
– nel 1371 arriva anche in Terra Santa – fonda un Ordine religioso con i due rami,
maschile e femminile, sotto l’autorità di una “abbadessa”. Un fatto questo, ha soggiunto
il Pontefice, che non deve stupire:
“Di fatto, nella grande tradizione
cristiana, alla donna è riconosciuta una dignità propria, e – sempre sull’esempio
di Maria, Regina degli Apostoli – un proprio posto nella Chiesa, che, senza coincidere
con il sacerdozio ordinato, è altrettanto importante per la crescita spirituale della
comunità. Inoltre, la collaborazione di consacrati e consacrate, sempre nel rispetto
della loro specifica vocazione, riveste una grande importanza nel mondo d’oggi”.
Per
questi motivi, ha consluso Benedetto XVI, Brigida diviene fin da subito “una una figura
eminente nella storia dell’Europa”:
“Dichiarandola compatrona d’Europa,
il Papa Giovanni Paolo II ha auspicato che santa Brigida – vissuta nel XIV secolo,
quando la cristianità occidentale non era ancora ferita dalla divisione – possa intercedere
efficacemente presso Dio, per ottenere la grazia tanto attesa della piena unità di
tutti i cristiani. Per questa medesima intenzione, che ci sta tanto a cuore, e perché
l’Europa sappia sempre alimentarsi dalle proprie radici cristiane, vogliamo pregare,
cari fratelli e sorelle, invocando la potente intercessione di santa Brigida di Svezia,
fedele discepola di Dio e compatrona d’Europa”.
I saluti particolari
del Papa, al termine delle catechesi, sono andati ai pellegrini provenienti da Sulmona,
che hanno ricambiato la visita pastorale di Benedetto XVI dello scorso luglio, e alle
Suore del Preziosissimo Sangue, presenti a Roma per la Beatificazione di Alfonsa Clerici,
e alle religiose Brigidine, riunite per il loro Capitolo generale, alle quali il Pontefice
ha augurato che dall’assemblea in corso “scaturiscano generosi propositi di vita evangelica
per l’intero Istituto”.