Tsunami ed eruzioni vulcaniche in Indonesia: centinaia di morti e dispersi
L’Indonesia, colpita da due catastrofi naturali, ha vissuto nelle ultime 24 ore una
nuova drammatica pagina della propria storia. Un terremoto, seguito da uno tsunami,
ha causato almeno 270 morti e centinaia di dispersi al largo di Sumatra, nell'ovest
del Paese. L’eruzione del Vulcano Merapi, sull'isola di Java, ha provocato poi una
trentina di decessi per asfissia o ustioni e costretto migliaia di persone all'evacuazione.
Il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono è rientrato immediatamente dal
Vietnam mentre è in moto la macchina dei soccorsi. Gli Stati Uniti si dicono pronti
per distribuire gli aiuti. La Caritas Internationalis ha offerto 60 mila euro e le
organizzazioni nazionali sono al lavoro. La Chiesa locale è in prima linea nel soccorso
alla popolazione. Sentiamo la testimonianza da Padang di Padre Fernando Abis,
superiore regionale dei Saveriani per la zona di Sumatra. L’intervista è di Gabriella
Ceraso:
R. – Ci sono
parecchi villaggi che non sono stati ancora raggiunti. Ci sono tante, tante case distrutte.
Anche le scorte di cibo sono state spazzate via…
D. – Voi vi siete organizzati
in qualche modo?
R. – Sì, la diocesi ha già mandato sul posto tre incaricati
della Caritas. Siamo in contatto anche con organizzazioni missionarie e umanitarie
di Jakarta e sembra anche che stiano arrivando aiuti di una certa consistenza.
D.
– Sono scattati anche aiuti ed interventi del governo?
R. – Il governo
sta mandando navi che trasportano quello che si può radunare così, in tutta fretta.
Sembra che anche il vice presidente sia arrivato qui, a Sumatra, mentre il presidente
si è recato a Java.
D. – Crede che ci saranno richieste specifiche,
ci sarà bisogno anche di un massiccio intervento internazionale?
R.
– Tra poco ci sarà un incontro in diocesi con il vescovo e si saprà meglio se ci
sarà bisogno di un massiccio intervento dall’esterno. Penso che a richiedere maggiore
attenzione siano i contributi alla ricostruzione delle case e dei villaggi.
D.
– Per quanto riguarda invece il vulcano Merapi, le informazioni dicono che questa
eruzione fosse prevedibile...
R. – Sì, già da una settimana c’era il
preallarme e chi poteva mettersi in salvo l’ha fatto. Quello che non era prevedibile
penso fosse la nube calda, incandescente, che è scivolata sul fianco del vulcano,
dove ci sono state le vittime.