2010-10-27 13:44:04

Rapporto CSVnet sul volontariato in Italia: i volontari ci sono, ma mancano sempre più i fondi


Supporto e consulenza alle organizzazioni di volontariato, nell’ottica di una costante educazione alla solidarietà. Sono le attività principali svolte dai 78 Centri di Servizio per il Volontariato italiani, enti gestiti dalle stesse organizzazioni non profit, che si mettono insieme per essere più capaci di svolgere il proprio compito di aiuto alle persone: 60 mila gli utenti di questi centri nel solo 2009, in base alla fotografia scattata nell’ultimo Report di CSVnet. Sui dati emersi dal Report, ascoltiamo Marco Granelli, presidente di Csvnet, al microfono di Linda Giannattasio:RealAudioMP3

R. - C’è stata la crisi e quindi c’è una diminuzione di fondi e i dati più significativi sono l’aumento dell’attività di formazione. Fare volontariato non vuole dire improvvisarsi ed avere un po’ di buona volontà, ma significa fare le cose bene. Noi abbiamo realizzato formazione a molte organizzazioni di volontariato, molti volontari ed anche a persone che volevano imparare a fare volontariato. Sono stati realizzati 60 sportelli, scuole di volontariato, che sono un modo per far conoscere questa esperienza ai giovani. Non è vero che i giovani non sono solidali o non hanno voglia di impegnarsi. Bisogna aiutare a far conoscere ai giovani dei percorsi veri di esperienza solidale.

D. - Chi sono i volontari oggi?

R. - Sono soprattutto persone adulte, anche giovani pensionati. Sono persone che oggi nel mondo del lavoro riescono a ritagliarsi del tempo da dedicare agli altri. Bisogna allora far aumentare quelle possibilità, anche perché il mondo del lavoro si renda conto - come dicono oggi tutti gli economisti - che una società più solidale, più coesa e caratterizzata dal volontariato, è anche una società dove l’industria e la produzione funzionano meglio. E’ necessario, quindi, facilitare quei permessi e quelle azioni di aiuto affinché le persone, che hanno anche un lavoro, possano sperimentare una esperienza di volontariato.

D. - Come si educa alla solidarietà, alla gratuità?

R. - Attraverso l’esperienza. Le parole oggi contano sempre meno. Del resto già Paolo VI a suo tempo diceva che servivano testimoni e non maestri. Penso che in questo caso servano ancora grandi testimoni.

D. - Quali sono le necessità che voi oggi sentite come primarie?

R. - Di mettere a disposizione delle risorse. Le associazioni di volontariato fanno fatica ogni giorno, perché i finanziamenti pubblici diminuiscono. E’ bene, quindi, che noi oltre ad aiutare l’organizzazione a creare rapporti con l’ente pubblico e a saper recuperare altri fondi. Non basta la buona volontà, ma bisogno saper progettare. Ci sono molte iniziative europee che, purtroppo, il volontariato non riesce ad utilizzare, perché il volontariato in genere è caratterizzato da piccole organizzazioni. Bisogna allora aiutare le organizzazioni a lavorare più in rete e ad avere centri di servizio che svolgono questa funzione e l’aiutano ad entrare in progetti e, quindi, ad avere risorse per svolgere la loro importantissima attività.







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