Incontro multiconfessionale al Cairo sulla scia del Meeting di Rimini
Lo spirito di amicizia che anima ogni anno il Meeting di Rimini farà da cornice al
Cairo, in Egitto, anche all’incontro, da domani al 29 ottobre, tra cristiani, copti
e islamici. L’evento, intitolato “La bellezza, lo spazio del dialogo tra le culture”,
è stato organizzato da rappresentanti musulmani del mondo culturale egiziano. Tra
questi il prof. Wael Farouq, docente di lingua araba all’American University, che
ha partecipato a diverse edizioni del Meeting di Rimini. Sulle motivazioni che hanno
portato esponenti di istituzioni egiziane all’organizzazione dell’incontro del Cairo
si sofferma, al microfono di Rosario Tronnolone, il responsabile per l’Oriente
di Comunione e Liberazione, don Ambrogio Pisoni:
R. – Sono
stati colpiti venendo a Rimini, e incontrando anche altre espressioni della vita del
movimento di Comunione e Liberazione, dal tema della bellezza. Questo evento ha toccato,
secondo me, le corde profonde del loro cuore e della loro ragione. Ed il cuore è stato
dato dal Signore proprio per poter riconoscere la bellezza come luogo dello splendore
del vero, come la tradizione cristiana insegna. Si sono accorti immediatamente che
in quel luogo sono stati innanzitutto accolti, ospitati e stimati per quello che sono.
E quindi ci hanno detto: “Abbiamo bisogno di questa bellezza, perché qui al Meeting
siamo stati ospitati, voluti e amati e siamo stati ascoltati nelle nostre originalità.
Di questa esperienza di bellezza, come luogo unico, in un vero incontro, un vero dialogo
può avvenire, ha bisogno anche la nostra storia, la nostra civiltà, la nostra esperienza
di tradizione musulmana in Egitto”.
D. – Il prof. Farouq parla della
necessità della diversità all’interno del dialogo, perché il dialogo sia autentico.
Non è possibile invece sostenere la cancellazione della diversità...
R.
– E’ proprio in questa polarità ineludibile che avviene una conoscenza nuova di me
e una conoscenza nuova dell’altro. E’ questo un po’ il sale che dà sapore alla vita
che, altrimenti, sarebbe ridotta ad una piattezza, ad una scontatezza insopportabile.
Dall’incontro con l’altro avviene anche una conoscenza nuova di me e, in questi anni,
nel rapporto con tante persone che hanno partecipato al Meeting di Rimini provenendo
da ogni parte del mondo e con bagagnli culturali e religiosi diversi, è stata ribadita
ancora una volta la testimonianza della verità di questa esperienza.
D.
– Nel pomeriggio di venerdì 29 si parlerà di cuore, quella natura che ci spinge a
desiderare cose grandi...
R. – Proprio perché ci è sembrato con loro
che andare a fondo di questo giudizio sulla natura del cuore, del suo compito nella
storia, sia decisivo. Abbiamo pensato sia determinante proprio per aprire una possibilità
di incontro ancora più profondo con tutte le persone che parteciperanno all'incontro
del Cairo. Anche per noi parlare di cuore vuol dire essere ancora una volta sfidati
nella nostra natura più profonda. Vuol dire aprirsi ad una nuova fase di conoscenza
di sé e del mistero che è Cristo, che agisce come stiamo vedendo in questi giorni
con i nostri occhi in una maniera totalmente imprevedibile. Non è stato un evento
preparato a tavolino, ma accade e accadendo e rispondendo alla nostra esigenza originaria
e profonda di bellezza e di verità, ci apre un nuovo orizzonte. Ci porta a diventare
più veri nel rapporto con la realtà.