Nuovi scontri a Terzigno. La Chiesa di Nola: la protesta è giusta, ma sia pacifica
Resta altissima la tensione a Terzigno dove continua la protesta della popolazione
locale contro l’apertura di una seconda discarica. Nella notte ancora scontri tra
manifestanti e forze dell’ordine, con lanci di lacrimogeni, razzi e molotov: 5 gli
agenti feriti. In mattinata nuovi blocchi per impedire lo sversamento dei rifiuti
nella discarica Sari: in piazza anche gli studenti. Il premier Berlusconi assicura
il ritorno alla normalità entro 10 giorni. Intanto dall’Unione Europea arriva il monito
al governo ad adottare misure giuste e al rispetto del diritto comunitario in materia,
pena sanzioni. La Chiesa locale assicura solidarietà alla popolazione che reclama
il diritto alla salute e alla salvaguardia del proprio ambiente, afferma che la protesta
contro una seconda discarica è giusta ma che va condotta in modo pacifico e lancia
un appello ad ascoltare il grido di dolore di questa gente. Al microfono di Luca
Collodi sentiamo il vescovo di Nola, mons. Beniamino Depalma:
R. - La situazione
è molto tesa, la gente è delusa per le tante promesse fatte ma soprattutto disperata
per questa nuova possibilità di una seconda discarica nel parco nazionale del Vesuvio
a ridosso di vigneti che costituiscono la risorsa economica più importante di tutta
la zona. La gente è disperata anche per la vita, per la salute messa in grande discussione
da questa decisione del governo.
D. - Mons. Depalma, in questo caso
la sensazione è che la criminalità organizzata non c’entri. Lei è d’accordo?
D.
- Io sono d’accordo perché sono stato in quella zona e diverse volte ho incontrato
la gente. La criminalità non c’entra in queste lotte. A Terzigno , Boscoreale, e in
tutta la zona la gente è onesta, formata alla legalità. Soltanto che queste reazioni
sono dettate dalla disperazione e dalla preoccupazione per un futuro molto incerto
e anche molto pericoloso.
D. - Perché il termovalorizzatore di Acerra
non funziona? La sensazione o almeno quello che noi leggevamo in passato è che questo
termovalorizzatore doveva risolvere tutti i problemi per i rifiuti campani …
R.
- Doveva risolverli ma è il ciclo dei rifiuti che non è stato affrontato in maniera
completa e in maniera saggia e intelligente. Quindi, il termovalorizzatore di Acerra
non funziona perché manca tutto il ciclo dei rifiuti.
D. - Questo dipende
dagli enti locali che dovrebbero agevolare questo tipo di intervento…
R.
- Ma certamente, dipende anche dagli enti locali, dipende dalla raccolta differenziata
che ancora è carente. Per uscire da questa emergenza ci vogliono progetti, occorre
una mentalità progettuale altrimenti non usciamo dall’emergenza che è diventata una
vita ordinaria ormai.
D. - La Chiesa locale come si sta muovendo, che
tipo di mediazione sta tentando?
R. - La Chiesa locale è vicino alla
gente, cerca di incontrare la gente, cerca di rallentare la tensione in tutti i modi
e con tutti i linguaggi ma la nostra presenza, tutte le nostre invocazioni non bastano
se poi la gente non si sente ascoltata dalle istituzioni.