2010-10-23 12:03:08

I vescovi del Venezuela: è l’ora del dialogo nel rispetto del pluralismo, senza esclusioni


I vescovi del Venezuela, al termine della loro plenaria straordinaria, ultima assise episcopale del 2010 e nell’approssimarsi del Natale, hanno rivolto ieri un messaggio ai cattolici proprio per ricordare che l’Avvento è un tempo liturgico “forte che invita tutti a porre lo sguardo sul Dio che salva” e che “ci invita ad un cambiamento di mentalità” per vivere “la riconciliazione e la fratellanza”. Prima di riflettere sulla realtà del Paese, i presuli rivolgono un saluto affettuoso al popolo cileno, alla sua Chiesa e ai 33 minatori, ritenendo che ciò che è accaduto in Cile “è una lezione al mondo intero” che insegna “ciò che si può fare quando si unisco gli sforzi, si rispetta la vita” e si usano “la scienza e la tecnologia al servizio della persona”. Sull’odierna situazione del Venezuela, dopo le recenti elezioni dello scorso 26 settembre, i vescovi scrivono: “Riteniamo che sia arrivata l’ora di stabilire ponti e di allargare i sentieri della riconciliazione e della pace. Il fatto che il Paese sia diviso in due parti, con il rischio che una parte volti le spalle all’altra, ci obbliga, in questo momento storico, a seguire il cammino dell’intesa. E’ arrivata l’ora di un rinnovato incontro”. I presuli considerano che “il grande protagonista e vincitore” del recente processo elettorale “è il popolo venezuelano che ha partecipato attivamente (…) è ciò è un chiaro segno dei suoi desideri”, vale a dire, cercare insieme “soluzioni ai problemi sociali tramite sentieri di rispetto reciproco, dialogo e solidarietà senza esclusione”. “Il popolo, rilevano i vescovi del Venezuela, è stanco di conflitti, odi, violenze distruttive senza senso, e di promesse mancate. Ciò che il popolo desidera ed esige è essere ascoltato”; esige “soluzioni concertate e pacifiche” ai “suoi problemi concreti, ai suoi bisogni reali e alle sue legittime aspirazioni”. Nel documento, la Conferenza episcopale individua diverse aree di problemi, dove occorre agire subito con il metodo del dialogo e della verità: l’educazione, in particolare quella universitaria; il nuovo Codice di diritto penale; la violenza e più in generale la difesa e promozione della vita; e, infine, le condizioni per una convivenza cittadina sana e costruttiva. Rivolgendosi ai nuovi eletti nell’Assemblea nazionale, i presuli chiedono che non siano strumenti di odio e divisione e dunque si mettano al servizio “di un Paese senza polarizzazione e scontri”, unito in un “comune progetto democratico capace di favorire la cultura politica della cooperazione mutua e non dell’eliminazione dell’avversario”. I vescovi rinnovano le loro convinzioni espresse già in passato: “la democrazia si consolida nella pluralità e nel rispetto. Non è possibile smontare un’eredità accumulata lungo molti decenni oppure imporre un indirizzo ideologico unico. Il vero e genuino umanesimo deve esaltare la libertà e la responsabilità; sostenere il pluralismo per trovare sempre la verità condivisa dalle maggioranze”.







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