Interventi di Mons. Mounged EL-HACHEM, Arcivescovo titolare di Darni, Nunzio Apostolico
(LIBANO), "in scriptis"
Il Corano contiene dei versetti che impongono la tolleranza, soprattutto nei confronti
dei cristiani. I primi califfi e i governatori delle province sono ricorsi ai cristiani
perché dessero i loro contributo al governo. Ma è soprattutto nel campo della cultura
e delle cure mediche che i cristiani hanno occupato il primo posto. I rapporti
si sono deteriorati con le crociate e soprattutto sotto il regime dei Mammalucchi. Alla
fine del XIX secolo e all’inizio del XX, il mondo arabo e i musulmani hanno affrontato
difficoltà enormi: i paesi dell’Africa del nord erano stati colonizzati dalla Francia;
la lingua araba era quasi scomparsa, l’impero turco cominciava a perdere consistenza.
Numerosi intellettuali cristiani, soprattutto libanesi e siriani sono emigrati in
Egitto e lì hanno dato il via alla rinascita della lingua e della cultura araba. Oggi,
soprattutto a partire dall’11 settembre del 2001, il mondo musulmano affronta grandi
sfide, nonostante le sue ricchezze, specialmente le sue immense riserve di petrolio
e di gas. Ricordiamone qualcuna: - i suoi difficili rapporti con l’Occidente,
soprattutto con l’Europa e gli Stati Uniti d’America - i suoi regimi politici:
dittature militari e monarchie ereditarie - assenza di democrazia, di libertà (d’opinione,
di espressione, di associazione, di religione...) - mancato rispetto dei diritti
dell’uomo, nonostante la firma del trattato del 1948 - condizione della donna e
sua uguaglianza con l’uomo - tensione tra Sunniti e Sciiti - guerre e conflitti:
Palestina, Iraq, Yemen... - confusione tra lo spirituale e il temporale, tra la
religione e lo stato. Numerosi sono i cristiani e le associazioni che si occupano
del dialogo islamo-cristiano, a partire dalla sezione islamica del Pontificio Consiglio
per il Dialogo Interreligioso. Alcuni suggerimenti pratici in vista di una collaborazione
concreta: 1. Favorire una conoscenza esatta, e allo stesso tempo elementare di
una parte e dell’altra: “l’uomo è il nemico che non si conosce”. Questo insegnamento
deve svolgersi a tutti i livelli: dalla scuola materna all’università. 2. Mettere
a punto manuali scolastici che assicurino un insegnamento esatto delle due religioni 3.
Incoraggiare le scuole miste, lo scambio tra le scuole cristiane e musulmane , cosa
che viene effettuata sempre più spesso in Libano 4. Organizzare campeggi comuni,
dove i giovani musulmani e cristiani possano vivere insieme 5. Svolgere insieme
attività sociali, caritative e umanitarie. È auspicabile che i capi religiosi di
uno stesso paese prendano iniziative che incoraggino la collaborazione tra i fedeli
delle due religioni; in Libano, per esempio, il Comitato Nazionale del dialogo islamo-cristiano,
istituito dai Capi delle sei Comunità religiose più importanti, sta svolgendo un lavoro
notevole. Il governo ha messo a punto due manuali comuni di storia e di educazione
civica per tutti gli scolari. Intende rivolgersi alle masse e non limitarsi alle classi
elitarie. Questo dialogo di vita rappresenta una messa in pratica del tema del
Sinodo: “Comunione e testimonianza”