Ecuador: i vescovi chiedono la fine delle violenze e il ripristino del dialogo
Con una concelebrazione eucaristica nella cattedrale di Quito, oggi i vescovi dell’Ecuador
hanno concluso i lavori della loro assemblea plenaria, dedicata in gran parte ad analizzare
la delicata situazione del Paese, soprattutto in seguito ai recenti fatti di violenza
che hanno fatto temere per la stabilità democratica. Con l’occasione, i presuli si
stringeranno fraternamente sia a mons. Raúl Vela Chiriboga, arcivescovo emerito della
capitale che sarà creato cardinale il 20 novembre prossimo da Benedetto XVI, sia a
mons. Fausto Gabriel Trávez Trávez, nuovo arcivescovo di Quito. I vescovi ecuadoriani,
nel corso dell’assemblea, sono tornati a riflettere sulla realtà nazionale e in una
loro dichiarazione di queste ore hanno “condannano ancora una volta i disordini e
le violenze che hanno avuto come conseguenze la perdita di vite umane, feriti e famiglie
lacerate”. Riferendosi all’episodio avvenuto due settimane fa, quando un gruppo di
poliziotti prese in ostaggio il Presidente del Paese, in ospedale a causa di un’intossicazione
da gas lacrimogeno durante i tafferugli con alcuni manifestanti, i vescovi hanno affermato:
“Si è trattato di uno scontro fra fratelli, di una frattura sociale che ha creato
instabilità politica”. Nel condannare qualsiasi forma d’insubordinazione e mancanza
di rispetto della Costituzione, i vescovi hanno invitato a “rispettare e promuovere
la legalità democratica, le istituzioni, in particolare la vita e i diritti delle
persone”. Per la Conferenza episcopale dell’Ecuador, ciò che oggi è più urgente, è
la “capacità di agire con serenità e prudenza”, un’esigenza che coinvolge tutti gli
attori del processo e della crisi, dalle massime autorità del Paese a ogni singolo
cittadino. “Di fronte al futuro della nazione - scrivono i presuli - occorre riflettere
su valori e atteggiamenti” e dunque chiedere aiuto al Signore. “Vogliamo impegnarci
nella ricerca sincera della riconciliazione e della fratellanza, del dialogo aperto
e costruttivo, per favorire una cultura della legalità, in conformità con le nostra
tradizione cristiana. In questo momento – aggiungono - ci sembra fondamentale il rispetto
delle istituzioni democratiche, dei poteri dello Stato e dei cittadini. La democrazia
ha senso non solo nel veto, ma anche nella capacità di dialogo, partecipazione e concertazione
fra i diversi agenti sociali”. (L.B.)