2010-10-22 15:45:46

Ecuador: i vescovi chiedono la fine delle violenze e il ripristino del dialogo


Con una concelebrazione eucaristica nella cattedrale di Quito, oggi i vescovi dell’Ecuador hanno concluso i lavori della loro assemblea plenaria, dedicata in gran parte ad analizzare la delicata situazione del Paese, soprattutto in seguito ai recenti fatti di violenza che hanno fatto temere per la stabilità democratica. Con l’occasione, i presuli si stringeranno fraternamente sia a mons. Raúl Vela Chiriboga, arcivescovo emerito della capitale che sarà creato cardinale il 20 novembre prossimo da Benedetto XVI, sia a mons. Fausto Gabriel Trávez Trávez, nuovo arcivescovo di Quito. I vescovi ecuadoriani, nel corso dell’assemblea, sono tornati a riflettere sulla realtà nazionale e in una loro dichiarazione di queste ore hanno “condannano ancora una volta i disordini e le violenze che hanno avuto come conseguenze la perdita di vite umane, feriti e famiglie lacerate”. Riferendosi all’episodio avvenuto due settimane fa, quando un gruppo di poliziotti prese in ostaggio il Presidente del Paese, in ospedale a causa di un’intossicazione da gas lacrimogeno durante i tafferugli con alcuni manifestanti, i vescovi hanno affermato: “Si è trattato di uno scontro fra fratelli, di una frattura sociale che ha creato instabilità politica”. Nel condannare qualsiasi forma d’insubordinazione e mancanza di rispetto della Costituzione, i vescovi hanno invitato a “rispettare e promuovere la legalità democratica, le istituzioni, in particolare la vita e i diritti delle persone”. Per la Conferenza episcopale dell’Ecuador, ciò che oggi è più urgente, è la “capacità di agire con serenità e prudenza”, un’esigenza che coinvolge tutti gli attori del processo e della crisi, dalle massime autorità del Paese a ogni singolo cittadino. “Di fronte al futuro della nazione - scrivono i presuli - occorre riflettere su valori e atteggiamenti” e dunque chiedere aiuto al Signore. “Vogliamo impegnarci nella ricerca sincera della riconciliazione e della fratellanza, del dialogo aperto e costruttivo, per favorire una cultura della legalità, in conformità con le nostra tradizione cristiana. In questo momento – aggiungono - ci sembra fondamentale il rispetto delle istituzioni democratiche, dei poteri dello Stato e dei cittadini. La democrazia ha senso non solo nel veto, ma anche nella capacità di dialogo, partecipazione e concertazione fra i diversi agenti sociali”. (L.B.)







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