Lungo applauso al Sinodo per i nuovi cardinali nominati dal Papa. Il patriarca Naguib:
vedo una nuova alba in Medio Oriente
Al termine dei lavori della Congregazione di questa mattina un lungo applauso ha salutato
i nuovi cardinali nominati ieri dal Papa. Tra questi c’è il relatore del Sinodo per
il Medio Oriente, il patriarca di Alessandria dei Copti Antonios Naguib che,
al microfono di Paolo Ondarza, racconta la gioia e la sorpresa con cui ha accolto
la notizia.
R. – Quando
ho avuto la notizia dal cardinale segretario di Stato, che me l’aveva comunicata “sub
secretum” una settimana fa, certamente è stata una sorpresa. Ho già 76 anni e quindi
era lontano, lontano dal mio pensiero e dalla mia prospettiva, e l’ho detto al cardinale
Bertone. E lui mi ha risposto: “Sì, ma il Santo Padre vuole, in occasione di questo
Sinodo per il Medio Oriente, vuole esprimere la sua prossimità, il suo affetto per
la Chiesa orientale, ed è un segno prima di tutto per le Chiese in Medio Oriente ed
anche un appello ad una maggiore collaborazione nel servizio universale della Chiesa
cattolica, in comunione con Sua Santità e con la Santa Sede”.
D. – Con
quale spirito, con quale stato d’animo si appresta ad affrontare questo nuovo mandato?
R.
– Lo accetto con gratitudine e con disponibilità. E’ stato sempre così nella mia vita:
quando la Chiesa chiede un servizio, è Dio che lo chiede e non è possibile dire di
no.
D. – Un bilancio complessivo di questi lavori del Sinodo …
R.
– Certamente ci hanno dato un grande incoraggiamento per quanto riguarda la nostra
presenza nella Regione, affinché sia una presenza portatrice della presenza di Gesù
e dell’opera di Gesù, opera di amore e di servizio per tutti i nostri fratelli e
sorelle nella Regione. Dunque, un incoraggiamento ad una maggiore comunione tra noi
e ad un maggiore servizio. La nostra testimonianza è presenza e servizio. Così ci
mettiamo in dialogo con gli altri.
D. – L’alba nuova per il Medio Oriente,
di cui si è parlato, è iniziata?
R. – Mi sembra di sì. A noi, adesso,
spetta il compito di viverla e di proseguire il lavoro mettendo in pratica gli orientamenti
e lo spirito del Sinodo.
I cristiani costituiscono spesso un punto di riferimento
in Medio Oriente attraverso l’attività in campo educativo, socio-assistenziale e sanitario.
E’ il caso delle Suore Francescane del Cuore Immacolato di Maria, conosciute anche
come Francescane d’Egitto, attive nei territori dell’Autorità Palestinese, in Israele,
Siria e Iraq. Al microfono di Paolo Ondarza sentiamo suor Telesphora Pavlou,
docente presso lo Studio Teologico San Salvatore di Gerusalemme e presente tra gli
esperti al Sinodo.
R. – In questo
Medio Oriente tribolato da diversi conflitti politici, le nostre suore – con tanto
sacrificio ma anche con tanto amore – si dedicano a diverse opere: nel campo educativo,
dove abbiamo scuole con diverse specializzazioni, e anche nel campo assistenziale
abbiamo una casa che accoglie bambine e bambini orfani, ma anche casi sociali particolari,
come ad esempio bambini i cui genitori sono divorziati oppure si trovano in prigione,
o sono vittime dell’alcool o malati mentalmente, e via dicendo.
D.
– Naturalmente, vi rivolgete non solo ai cristiani ma anche agli ebrei e ai musulmani
…
R. – Sì! Abbiamo, ad esempio, il nostro ospedale, completamente gestito
da noi a Haifa, conosciuto come “ospedale italiano”, dove i nostri pazienti e anche
il nostro personale è costituito da musulmani, ebrei e cristiani. Nel curare le malattie
del corpo al tempo stesso si cura il rapporto umano con tutte le religioni. Quindi
noi facciamo ecumenismo nella pratica. Come anche nelle nostre scuole, accogliamo
tutti: sia musulmani, sia cristiani senza nessuna distinzione.
D. –
Nel lavorare insieme sicuramente emergeranno differenze, ma l’obiettivo è comune.
Quindi è questo che unisce?
R. – La finalità è comune, certamente. L’intento
è questo: rendere tutte le persone felici e competenti al tempo stesso.
D.
– Qual è il suo auspicio per questo Sinodo?
R. – Certamente questo Sinodo
aiuterà moltissimo a ravvicinarci. Adesso dire quando avverrà la piena comunione non
è possibile… lasciamo lavorare lo Spirito Santo, che è l’autore di ogni comunione;
ma certamente la collaborazione umana che da questo Sinodo è stata tanto facilitata
ed aiutata contribuirà moltissimo. Per questo invochiamo Maria Santissima, la Madre
della Chiesa, colei che ha dato origine alla Chiesa, all’unità della Chiesa, alla
comunione della Chiesa. Attraverso la sua preghiera Maria ha incoraggiato gli apostoli,
dopo la morte di Gesù, a radunarsi ancora insieme e ad invocare lo Spirito Santo,
nonostante fossero pieni di paure. Che Maria ci ottenga davvero questa unità e questa
comunione!