2010-10-21 15:01:09

Le donne del Congo vittime delle barbarie di guerra


“Atti concreti che sradichino il problema alla radice”: è questo ciò che vogliono e chiedono a gran voce le donne del Congo, vittime da vent’anni degli aspetti più brutali del conflitto nel Paese africano. Troppo spesso infatti, riporta l’agenzia Fides, le donne vengono coinvolte in atti barbarici tesi all’annientamento dell’umanità, come stupri di massa, obbligate all’incesto e a subire violenze carnali. Suor Teresina Caffi, missionaria di Maria, saveriana, in occasione della marcia mondiale delle donne, tenutasi il 17 ottobre in Congo, ha parlato a loro nome, difendendo il diritto di vivere una vita tranquilla: “Dal 1996, il conflitto non riguarda più solo gli eserciti e miliziani, ma anche le donne e le famiglie dei villaggi. Dobbiamo divulgare il dossier delle Nazioni Unite che ha denunciato il fenomeno e che tenta di sradicare alcune credenze che incitano a tali forme di violenze. Bisogna evitare che altre donne muoiano perché resistono alle violenze e garantire un futuro dignitoso a quei figli che sono stati vittime di incesti o testimoni degli stupri delle mamme”. Nella regione del Kivu, nel Congo dell’est, dove lavora la missionaria, sono attive alcune Ong che si occupano di recuperare le donne che hanno subito violenze, ma molto spesso la loro attività ha fatto del dramma delle donne, una fonte di commercio. (M.O.)







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