2010-10-21 15:01:42

Il sondaggio dell’Acnur: i rimpatriati iracheni temono per la propria incolumità


Tra l’aprile e l’agosto scorsi, l’Acnur ha condotto un sondaggio sulla situazione dei rifugiati iracheni che sono tornati a Baghdad dai Paesi confinanti. Il sondaggio proseguirà poi nelle città di Kirkuk, Mosul, Anbar e Diyala. Il 61% degli intervistati, un campione di 2353 persone, raggiunti telefonicamente o di persona, si è pentito di essere tornato in Iraq a causa dell’assenza di sicurezza, dei rischi per l’incolumità personale e della mancanza di un lavoro stabile. Tra gli altri problemi segnalati, l’inadeguatezza dell’accesso ai servizi pubblici, compresa la sanità, e l’irregolarità della fornitura di energia elettrica. Dei rifugiati rimpatriati, il 34% non è sicuro di restare definitivamente in Iraq e l’87 ha affermato che le proprie entrate economiche non sono sufficienti a coprire le necessità delle proprie famiglie. L’Acnur, comunque, continua ad aiutare i rifugiati che manifestano liberamente la propria intenzione di tornare in Iraq: dal 2007 al 2010, ha assistito 2965 iracheni a rimpatriare e ha stanziato 100 milioni di dollari per far fronte alle esigenze di vita degli sfollati interni. (R.B.)







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