2010-10-21 12:10:42

I valori cristiani sono garanzia di giustizia e solidarietà sociale: così il Papa al nuovo ambasciatore coreano


Un Paese che riveste un ruolo equilibratore nell’area dell’Asia-Pacifico, capace di crescita economica ma anche di investire nel campo della solidarietà. Benedetto XVI ha parlato in termini elogiativi della Repubblica di Corea ricevendone, questa mattina, il nuovo ambasciatore presso la Santa Sede, Han Hong-soon, per la presentazione delle Lettere credenziali. Il diplomatico anche ha espresso, a nome del suo Paese, il desiderio che il Pontefice si rechi in visita in Corea. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Quasi 50 milioni di persone che hanno regalato a un piccolo Stato una “notevole” crescita economica negli ultimi anni, trasformandolo da Paese “beneficiario” a “donatore” di aiuti. E’ partita da questo dato la riflessione di Benedetto XVI al cospetto del nuovo diplomatico coreano. Un tale progresso, ha riconosciuto il Papa, “sarebbe inconcepibile senza un notevole grado di sviluppo industriale e la generosità del popolo coreano”. E tuttavia, ha messo in guardia:

“There are dangers involved in rapid economic…
Esistono pericoli in una rapida crescita economica che purtroppo possono aggirare molto facilmente considerazioni di tipo etico, con la conseguenza che gli elementi più poveri nella società tendono ad essere esclusi dalla loro legittima parte di prosperità della nazione. La crisi finanziaria degli ultimi anni ha esacerbato il problema, ma ha anche focalizzato l'attenzione sulla necessità di rinnovare i fondamenti etici di ogni attività economica e politica”.

Incoraggiando il governo di Seoul “a garantire che la giustizia sociale e la cura del bene comune buon crescano a fianco della prosperità materiale”, il Papa è passato dalla situazione interna a quella internazionale, esprimendo l’apprezzamento della Santa Sede “per il ruolo attivo svolto dalla Repubblica di Corea” in particolare nella sua area geografica:

“By promoting the peace and stability…
Promuovendo la pace e la stabilità della penisola, così come la sicurezza e l'integrazione economica delle nazioni in tutta la regione dell’Asia-Pacifico, attraverso i suoi ampi collegamenti diplomatici con i Paesi africani, in particolare ospitando il mese prossimo il Summit del G20 a Seoul, il governo coreano ha dato ampia prova del suo ruolo come un attore importante sulla scena mondiale, e ha contribuito a garantire che il processo di globalizzazione sarà indirizzato da considerazioni di solidarietà e di fraternità”.

Benedetto XVI si è poi soffermato sui rapporti di “proficua collaborazione” esistenti tra Santa Sede e autorità coreane e sul contributo offerto dalla Chiesa del Paese asiatico nel campo dell’istruzione e dell’educazione giovanile, nell’assistenza ai poveri e ai lavoratori immigrati, nella difesa della vita e della famiglia. Infine, il Pontefice ha ricordato il Congresso dei laici cattolici asiatici, ospitato proprio a Seoul in settembre. Proprio i laici coreani – ha notato il Papa, come del resto aveva fatto l’ambasciatore nel suo indirizzo di saluto – hanno annunciato per primi il Vangelo nel Paese e in tanti hanno pagato la fede morendo da martiri. Sono fiducioso che questa testimonianza, ha concluso Benedetto XVI, consentirà ai valori cristiani della giustizia e della solidarietà di permeare sempre più la vita pubblica in Corea.








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