Spagna: denunciata la politica del governo che incrementa l’aborto
Una maggiore sovvenzione agli anticoncezionali di ultima generazione a carico delle
Comunità Autonome, che colpisce la libertà di obiezione di coscienza, l’obbligo a
studiare come realizzare gli aborti e un potenziamento dell’educazione sessuale nell’infanzia
e nell’adolescenza: queste le conseguenze, nella denuncia della piattaforma che si
batte per i diritti del nascituro e della donna in attesa “Diritto a vivere” (Dav),
dell’applicazione della strategia di indottrinamento in materia sessuale del governo
spagnolo, che nel corso del Consiglio interterritoriale della Salute a Palma de Maiorca
ha approvato la “Strategia nazionale di salute sessuale e riproduttiva” contenuta
nella legge sull’aborto. L’agenzia Sir riporta le parole del portavoce di Dav, Gádor
Joya, che ha segnalato come “l’imposizione di una morale di Stato come quella che
tenta questo governo” sia “una caratteristica propria dei regimi totalitari e non
di società aperte”. Il movimento ricorda, inoltre, come dall’introduzione in Spagna
delle prime campagne di promozione degli anticoncezionali per evitare gravidanze indesiderate
e frenare il contagio di malattie trasmissibili per via sessuale, in realtà si sia
riusciti solo a incrementare la precocità dei rapporti e il numero di aborti nella
popolazione adolescente. “Non ha senso investire nella riduzione delle nascite – conclude
il portavoce di Dav – quando la natalità è un fattore chiave per assicurare il futuro
di un’economia”. (R.B.)