Riforma delle pensioni in Francia: nuovi scontri tra polizia e manifestanti
La Francia ancora paralizzata da una nuova mobilitazione generale contro la riforma
delle pensioni, voluta dal governo Sarkozy e all’esame domani del Senato. Nel Paese
si moltiplicano le proteste, sfociate oggi in nuovi scontri tra polizia e manifestanti,
in particolare a Lione e Nanterre. Sarkozy ha dato ordine alla polizia di sbloccare
tutti i depositi di carburante paralizzati dai dimostranti. I blocchi di raffinerie
e depositi, in corso da giorni, hanno lasciato a secco circa un terzo delle pompe
di benzina. Restano intanto ancora distanti le posizioni di governo e sindacati. Sulla
situazione nel Paese ascoltiamo Massimo Nava, corrispondente da Parigi per
il “Corriere della Sera”, intervistato da Amedeo Lomonaco:
R. – Il clima
è piuttosto pesante anche perché i disagi, soprattutto per gli automobilisti, e più
in generale per l’economia sono decisamente molto forti. Nello stesso tempo i sondaggi
dicono che una buona maggioranza dei francesi è d’accordo con la protesta e comunque
non vuole questa riforma delle pensioni. Questo chiaramente crea uno stallo sul piano
strettamente politico perché i sindacati non vedono una via d’uscita e, anche per
ragioni di onore, a questo punto devono andare avanti nella protesta. Il governo poi
non ha alcuna intenzione di cedere anche perché sono già state fatte diverse concessioni
e diverse modifiche al testo. E inoltre Sarkozy, che guarda alle elezioni del 2012,
si gioca un po’ la sua credibilità di riformista. Cioè, oggi, se il governo e Sarkozy
facessero marcia indietro, chiaramente le elezioni sarebbero sostanzialmente perdute.
D.
– Quindi nei prossimi giorni la riforma pensionistica diventerà legge?
R.
– Il primo ministro Fillon è intervenuto per dire chiaramente che la riforma non si
cambia e che il voto è questione di giorni, massimo di una settimana. Probabilmente,
c’è anche una strategia più sottile che è quella di avvicinarsi lentamente al ponte
di tutti i Santi. Ci saranno lunghe vacanze scolastiche e, quindi, si tenta almeno
di spezzare un po’ il fronte di questa strana alleanza tra lavoratori e futuri pensionati
con i giovani studenti che oggi protestano per pensioni che probabilmente non avranno
mai.
D. – Dunque Sarkozy prosegue sulla strada delle riforme, anche
impopolari…
R. – Alcune riforme impopolari sono già state fatte. Per
esempio, la riforma della funzione pubblica con una riduzione del personale effettivo.
Altre riforme sono state messe in piedi come, per esempio, quella dell’università
che, a suo tempo, ha suscitato alcune proteste ma poi è andata in porto. Poi ci sarà
una riforma fiscale che non dovrebbe essere punitiva per le classi popolari. Chiaramente
il fatto che Sarkozy voglia portare in porto questa riforma pensionistica in particolare
- che tra l’altro non è altro che un adeguamento a standard ormai europei - credo
sia il punto su cui sia in gioco la credibilità del presidente.