2010-10-20 15:14:12

"Kairos Palestina": un documento dei cristiani per la pace e la riconciliazione nella Terra Santa


"Kairos Palestina - Un momento di verità". E’ il tema del documento presentato ieri a Roma e pubblicato in Italia da Pax Christi, che lo definisce un “grido di sofferenza e una profonda testimonianza di fede dei cristiani di Terra Santa”. Ispirato ad un analogo appello lanciato nel 1985 dal titolo "Kairos Sudafrica" negli anni dell’apartheid, il testo si propone come “un contributo alla riconciliazione, uno strumento per rafforzare la comunione, una speranza in assenza di ogni speranza”. Il servizio di Giada Aquilino:RealAudioMP3

Un “grido d’aiuto dei cristiani di Terra Santa”, in un “momento in cui non si vede una via d’uscita”. Così il Patriarca emerito di Gerusalemme dei Latini, Michel Sabbah, ha presentato ieri a Roma, proprio quando in Vaticano è in corso il Sinodo per il Medio Oriente, il documento "Kairos Palestina - Un momento di verità". Accolto con reazioni contrastanti dalla stampa mediorientale, il testo non è un documento ufficiale delle Chiese locali: si propone come una parola di fede, speranza e amore, per la realizzazione - hanno precisato i curatori - della giustizia, della pace e della riconciliazione in Terra Santa. Sul documento "Kairos Palestina", la riflessione di Sua Beatitudine Michel Sabbah:

R. – Il documento è, molto semplicemente, un atto di fede dei cristiani nei confronti della situazione difficile che vivono. Non si vede una via d’uscita. Ci sono trattative, ma non s’intravede una soluzione.

D. – Da chi è stato scritto e perché?

R. – E’ stato scritto da laici cristiani. Hanno voluto riflettere insieme su quale sia la difficoltà. Speriamo che la bontà di Dio finisca per prevalere sul male che viviamo tutti oggi, abitanti della Terra Santa, israeliani e palestinesi. Si ama, dunque, non si odia. Facciamo insieme un solo cammino per arrivare alla pace.

D. – Al Sinodo in corso in questi giorni cosa è emerso? Quali sono le condizioni dei cristiani in Terra Santa?

R. – La situazione è quella del contesto del conflitto israelo-palestinese, della tragedia irachena. Poi si è parlato dei nostri rapporti con i musulmani. Tocca a noi trovare i mezzi migliori per vivere nelle nostre società. Tutto accettiamo dalle mani di Dio.

Per una testimonianza sulla situazione in Terra Santa, su come vive la gente comune, al di là delle tensioni politiche, ascoltiamo don Nandino Capovilla, coordinatore nazionale di Pax Christi Italia:

R. – Per esempio, ci sono alcuni parrocchiani tutti laureati, ma tutti costretti, per guadagnare, ad intagliare il legno di ulivo e a farne dei piccoli presepi. I cristiani di Gaza, poi, sono addirittura al 60 per cento della disoccupazione e faticano davvero a veder penetrare nella loro striscia di terra i viveri per andare avanti.

D. – Dal Sinodo per il Medio Oriente cosa può venire?

R. – Sta già venendo un grande invito alla speranza, perché i cristiani dicono: “Non ci possiamo rassegnare”. E i loro pastori rispondono insieme: “Saremo testimoni del Vangelo”, che è Vangelo di amore, che riconosce prima di tutto che ogni essere umano è figlio di Dio. Quindi, noi – dicono i cristiani – non vogliamo odiare nessuno, questo amore sarà più forte.

D. – I cristiani del Medio Oriente e della Terra Santa non sono soli, è stato detto ai lavori del Sinodo...

R. - Non sono soli, perché realmente c’è già un grande legame. La nostra preoccupazione certe volte è ancora di tipo assistenzialistico: aiutiamo e diamo un contributo. Ci vuole, però, anche un contributo nel senso della partecipazione.

D. – Una parola per la riconciliazione da Pax Christi...

R. – Noi scopriamo che è straordinario incontrare gli israeliani, i palestinesi, tantissime associazioni, realtà di base, che non soccombono a questa situazione di ingiustizia, ma lavorano instancabilmente nelle scuole, nella società civile, sia in Israele sia in Palestina; lavorano su progetti per dire che è necessario costruire e sperare in un futuro veramente diverso.

Proprio dalla voce dei cristiani mediorientali, che sta risuonando in questi giorni al Sinodo in corso in Vaticano, traspare una speranza per il futuro della Terra Santa. Ce ne parla suor Filo Shizue Hirota, delle Mercedarie missionarie di Berriz:

R. – It’s so very important...
E’ davvero molto importante avere questa articolazione di cristiani impegnati, che parlano grazie alla loro fede, al loro impegno per la giustizia e al loro sogno. Quindi, è determinante ascoltare la loro voce e, come ha detto Sua Beatitudine Sabbah, credere in Dio. Penso che il messaggio cristiano sia come si traduca tutto ciò in un potere trasformatore che cambi il mondo.







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