2010-10-20 16:03:07

Intervento di Mons. Maroun Elias LAHHAM, Vescovo di Tunisi (TUNISIA)


Parlare di relazioni tra Medio Oriente e Maghreb non è come parlare di relazioni tra Oriente e Occidente. I paesi del Maghreb fanno anche parte del mondo arabo e dei paesi musulmani. Bisogna sapere che ci sono più musulmani in Nordafrica che nei paesi del Medio Oriente. È vero che il Medio Oriente ha la grazia di avere delle minoranze cristiane arabe mentre nei paesi del Maghreb il cristianesimo dei primi secoli è quasi totalmente scomparso. Attualmente sono delle autentiche Chiese locali incardinate nei loro rispettivi paesi, ma con dei fedeli stranieri.
È da questi due punti che parte il mio intervento.
- I paesi del Maghreb fanno parte del mondo arabo musulmano. A parte qualche particolarità nell’uno o nell’altro paese, la vita a Rabat, ad Algeri, a Tunisi o a Tripoli è simile alla vita ad Amman, a Damasco, a Baghdad o al Cairo. Ciò vale soprattutto per le relazioni con l’Islam e per il fatto di vivere la fede cristiana in un contesto molto diverso. Le Chiese nei paesi del Maghreb hanno interesse a entrare in relazione con le loro Chiese sorelle del Medio Oriente in questo ambito e a promuovere con la loro specificità un dialogo di vita e di pensiero con l’islam, un dialogo vissuto a partire da una situazione di stranieri e non di concittadini.
- Le Chiese del Maghreb sono Chiese in cui i fedeli sono stranieri. In ogni Chiesa del Maghreb non vi sono meno di 60 nazionalità. Si tratta di europei (imprenditori, diplomatici, residenti, pensionati, donne cristiane in matrimoni misti...), africani (studenti, impiegati della banca di sviluppo africana, militari che svolgono degli stage, famiglie, immigrati...), alcuni arabi cristiani del Medio Oriente (Egitto, Siria, Libano, Palestina, Giordania) e una manciata di persone locali battezzate nella Chiesa cattolica (in Tunisia e in Algeria).
La collaborazione esige qui uno scambio di sacerdoti, di religiosi, di laici consacrati o di volontari per lavorare nelle parrocchie e nelle diverse istituzioni della Chiesa in Africa del Nord. Fino a oggi è stata l’Europa ad assicurare tutto ciò. Attualmente questo non è più possibile vista la diminuzione delle vocazioni sacerdotali e religiose. Non potendo contare su famiglie cristiane locali o residenti da generazioni, le nostre Chiese possono guardare in due direzioni per cercare aiuto: l’Africa e il Medio Oriente.
È vero che la vita di un sacerdote in Medio Oriente non assomiglia alla vita di un sacerdote nel contesto magrebino (lo dico per esperienza, poiché io stesso, come il mio confratello di Algeri, sono mediorientale), ma con la grazia di Dio e un serio lavoro di adattamento è possibile ed è anche motivo di arricchimento. Per le religiose l’inserimento è più facile visto che c’è il sostegno della comunità.
“Chiedete e vi sarà dato”, ha detto il Signore. Abbiamo chiesto, ora attendiamo di ricevere.

[00036-01.04] [IN014] [Testo originale: francese]







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