Belgio: no della Chiesa ad una nuova commissione d'inchiesta sugli abusi sessuali
I vescovi e i superiori maggiori delle Congregazioni e degli ordini religiosi del
Belgio hanno deciso di abbandonare l’idea di creare una nuova commissione di inchiesta
sugli abusi sessuali commessi da personale religioso ai danni di minori e di affidarsi
alla autorità giudiziaria per la gestione delle denunce e delle conseguenze penali.
La Chiesa - riferisce l'agenzia Sir - si assume però la piena responsabilità di ascoltare
le vittime a livello locale (nelle diocesi e negli ordini religiosi coinvolti) e di
procedere a livello canonico, con provvedimenti disciplinari che saranno poi presi
in maniera definitiva dalla Santa Sede. La decisione è stata comunicata oggi in una
nota dalla Conferenza episcopale belga. Nella nota si spiega che in seguito alle dimissioni
della Commissione Adriaenssens, i vescovi inizialmente avevano pensato di “creare
un comitato o centro dove persone competenti potessero gestire questo problema a nome
della Chiesa. Ma questa eventualità è stata abbandonata. La fondatezza della denuncia
e le conseguenze di questi fatti sono competenza del potere giudiziario. In quanto
Chiesa, abbiamo una responsabilità pastorale specifica. Innanzitutto verso le vittime.
Esse saranno pertanto ascoltate a livello diocesano o dai superiori maggiori della
Congregazioni coinvolte; le loro aspettative saranno prese in considerazione per quanto
possibile. A noi – prosegue la nota dei vescovi e dei superiori religiosi del Belgio
- spetta anche di prendere le nostre responsabilità nei confronti degli autori in
base al diritto canonico. Stiamo prendendo provvedimenti disciplinari e ogni cartella
sarà anche inviata a Roma in attesa di un'azione disciplinare definitiva”. Nella nota
si afferma anche la necessità – in questo lavoro di ascolto delle vittime e provvedimenti
disciplinari – di avvalersi di esperti. “Speriamo – scrivono i vescovi – di poter
costituire questo gruppo di esperti che possano al più presto possibile consigliare
e assistere le diocesi, le congregazioni e gli ordini religiosi. Si tratta infatti
di una problematica specifica e delicata che deve essere affrontata con tutte le competenze
richieste”. La nota pubblicata oggi è lunga e sofferta. “In questo ultimo mese – scrivono
vescovi e religiosi – abbiamo realizzato ancora meglio l’ampiezza dell'ingiustizia
e tutto il dolore” che questi casi hanno provocato. “Come una Chiesa, il nostro primo
compito è quello di stare accanto alle vittime. Dobbiamo riconoscere questa ingiustizia
e questa sofferenza. Le vittime devono avere il nostro sostegno e l'assistenza che
meritano. E' un dovere”. (R.P.)