Settimana sociale. Mons. Bregantini: rilanciata la partecipazione dei cattolici nella
politica
Si è conclusa ieri a Reggio Calabria la 46.ma Settimana sociale dei cattolici italiani,
che ha riunito per quattro giorni, su iniziativa della Cei, circa 1.200 delegati delle
227 diocesi italiane per una riflessione sul tema “Cattolici nell’Italia di oggi.
Un’agenda di speranza per il futuro del Paese”. Per una valutazione dell’evento, Luca
Collodi ha intervistato mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso
e presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro:
R. – E’ molto
positiva soprattutto la carica di grande voglia di esserci, il bisogno di partecipazione
e la gioia di dire la nostra voce da cattolici, rispettosa, ma chiara e che sa comunque
dire che ciò che diciamo nasce da valori più grandi di noi di cui, però, l’Italia
ha immenso bisogno. E guai se noi tacessimo! Perciò è stato un parlare per aiutare,
non per imporsi, ma per servire e per illuminare.
D. – Mons. Bregantini,
qual è secondo lei la vera novità operativa, guardando a questa Settimana Sociale
di Reggio Calabria, per il Sud d'Italia che lei, tra l’altro, conosce molto bene?
R.
- Secondo me è la parola “partecipazione”. Il gruppo sulla politica l’ha detto molto
bene. C’è in Italia una grande voglia di essere partecipi, per cui, per esempio, si
chiede la revisione della legge elettorale, si chiedono strumenti di controllo dei
partiti, si chiede che i figli degli immigrati partecipino con il diritto di cittadinanza
e progressivamente con il diritto al voto. Si chiede la partecipazione nell’ambito
anche del mondo sindacale e del lavoro, e devo dire che siamo rammaricati di questo
momento di tensione; ora la parola “partecipazione” a mio giudizio - ovviamente nell’ambito
educativo, che è l’ambito fondativo in questa assemblea, guardando al decennio - ci
dice che, se noi faremo partecipare la gente, non deluderà e soprattutto la gente
si sentirà attiva e partecipe.
D. – Una novità che sembra emergere dalle
conclusioni di Reggio Calabria è questa rinnovata passione per la politica intesa
come costruzione del bene comune guardando anche alla realtà concreta delle istituzioni
…
R. – Sì, non la si guarda più come un tema pericoloso ma come un tema
obbligante. Credo che questa fase del distacco dalla politica, con cui abbiamo vissuto
in questi ultimi decenni, possa essere superata proprio da questa realtà di Reggio
Calabria, attraverso questa voglia di dire ai cristiani di essere testimoni, perchè
proprio a partire dal vivere bene l’assemblea domenicale eucaristica, la domenica,
possano vivere bene anche il lunedì da testimoni, là dove sono, negli uffici, nelle
realtà sindacali, nel mondo politico, nella realtà amministrativa, la realtà scolastica.
Questo è il punto. E’ molto bella quella frase del documento a proposito del Congresso
eucaristico: Eucaristie deboli e sfuggenti producono una partecipazione sfilacciata
anche sul piano politico. Il bene comune lo si vive già dentro un’Eucaristia vissuta
bene e l’Eucaristia vissuta bene ti lancia a una vita politica coerente.
D.
– Mons. Bregantini, c’è poi la questione della legalità che è una questione che interessa
in particolare l’Italia ma soprattutto il Sud d'Italia …
R. – Ecco,
qui è stato importante aver detto a questa città e, quindi, anche ad altre zone: non
lasciatevi intimorire dal male ma combattetelo fino in fondo; combattete con la forza
del Vangelo, con la forza di un’Italia che vi sta vicino. Certo, occorre la quotidiana
coerenza dei cristiani su tutti i fronti. Quindi, tutti ci dobbiamo sentire coinvolti,
questo è l’atteggiamento con cui lavorare; perciò qualità ma anche umiltà, di cui
c’è immenso bisogno nella lotta alla mafia.