Russia. La Chiesa ortodossa contro il censimento: non tiene conto della religione
In Russia è partito fra le polemiche il secondo censimento nazionale dalla fine dell’Unione
Sovietica. Le operazioni di raccolta dei dati hanno preso il via nelle regioni dell’estremo
oriente Primorye, Kamchatka e Magadan, e andranno avanti per dieci giorni. I dati
preliminari sul totale della popolazione russa verranno pubblicati a marzo 2011.
Forti le critiche dell’opposizione che ha messo in luce i costi elevati dell’iniziativa.
L’aspetto economico ha rischiato di far saltare tutto, ma alla fine il governo ha
trovato i fondi e giustificato l’operazione come “necessaria per lo sviluppo di programmi
sociali”. La Chiesa ortodossa, invece, si è lamentata per l’assenza della voce “fede”
nel questionario che verrà sottoposto alla popolazione. “Hanno paura di conoscere
il livello di diffusione della religione nella nostra società”, ha dichiarato all'agenzia
Sir, Vladimir Vigilyansky, portavoce del patriarca di Mosca Kirill. Stando ai dati
raccolti l'ultima volta, nel 2002, la popolazione russa è composta da 145,2 milioni
di persone. Per l’Istituto federale di statistica, invece, i russi attualmente sono
circa 142 milioni. Il problema che attanaglia potere politico e Chiesa ortodossa è
il costante calo della natalità nel Paese. Secondo le previsioni degli esperti la
popolazione della Federazione russa potrebbe scendere ad appena cento milioni entro
il 2050, di cui la maggioranza potrebbe essere musulmana. Le cause sono note: una
bassa natalità, l’alcolismo che miete vittime tra gli uomini e la diffusa pratica
degli aborti, il cui numero nel 2004 ha superato quello delle nascite (1,6 milioni
contro 1,5 milioni). (M.G.)