Intervento della Sig.ra Huda MUSHER, Direttrice di "Caritas" (GIORDANIA), uditrice
Posso partecipare soltanto con la semplicità di una nonna e in modo molto franco. Quello
che ci si aspetta da questo Sinodo è che si vada oltre il parlare del passato e della
realtà della situazione cristiana in Oriente, per arrivare ad una visione e ad un
programma chiari sul modo di affrontare le sfide di questa realtà e superarle. Iniziamo
col riconoscere la particolarità dell’identità cristiana orientale e l’importanza
di definirla. Infatti il cristiano orientale appartiene alla nazionalità della propria
patria e ha contribuito e contribuisce ancora oggi alla costruzione della civiltà
araba e islamica, ed è anche il successore dei primi cristiani su queste terre. La
particolarità del cristiano orientale richiede che abbia inizio un dialogo interreligioso
tra i figli di uno stesso popolo, prima o in contemporanea con i dialoghi fra quelli
che ne guidano il pensiero, finché non scompaia l’ignoranza del cristiano sulla religione
del suo fratello musulmano e del musulmano sulla religione del fratello cristiano. Il
cristiano orientale è un laico che intende la laicità non come un allontanarsi dalla
religione, ma come un rifiutare che lo stato sia costituito su basi religiose, siano
esse cristiane o islamiche o ebraiche. La particolarità del cristiano orientale
richiede anche che i cristiani celebrino insieme le loro feste come accade in Giordania
dove i cristiani festeggiano il Natale secondo il calendario occidentale e la Pasqua
secondo il calendario orientale e ciò fa sì che i cristiani condividano le loro feste
e le loro sofferenze. In tal modo essi diventano un cuor solo e un’unità salda. Ho
la forte impressione che la felicità di Cristo Nostro Signore sarà grande se tutti
i cristiani celebreranno insieme le loro feste. Infine, il cristiano orientale
si percepisce come il più adeguato a trattare con l’Occidente, perché egli prende
posizione a partire dalle sue convinzioni difendendo le cause della sua nazione e
si assume la responsabilità di portare il concetto dell’islam moderato al mondo intero.
E non vede in questo una contraddizione con la sua religione e la sua fede. In Giordania
il cristiano si attiene alla “Lettera di Amman”, del 2003, come base del concetto
di un islam medio moderato.