2010-10-17 12:47:14

Intervento di S. Em. Makarios TILLYRIDIS, Metropolita di Kenya (KENYA)


In questo giorno speciale, è per me un grande onore, un onore che mi fa sentire profondamente umile, parlare davanti a Lei. È per me una benedizione poter prendere la parola in sua presenza, Sua Santità, da questa regione che sarà sempre unica nella storia del cristianesimo, perché è qui che la creazione ha tratto le sue origini. Per la maggior parte del mondo, il Medio Oriente è una regione instabile. Ma noi, in quanto credenti nel Vangelo di Cristo, la pensiamo diversamente, perché la nostra convinzione si fonda sugli insegnamenti del Principe della Pace.
Santità, le sue parole illuminate, quando ha parlato recentemente alla società britannica, hanno espresso questa convinzione. “Per questo vorrei suggerire che il mondo della ragione ed il mondo della fede – il mondo della secolarità razionale e il mondo del credo religioso – hanno bisogno l’uno dell’altro e non dovrebbero avere timore di entrare in un profondo e continuo dialogo, per il bene della nostra civiltà”. Questo messaggio è applicabile ed è molto rilevante per il Medio Oriente, dove la riconciliazione, l’amore e la comprensione sono realmente essenziali per la convivenza e la cooperazione pacifica.
San Tommaso d’Aquino una volta ha detto che a motivo delle diverse condizioni degli esseri umani, accade che alcune azioni siano virtuose per certe persone, giuste e appropriate, mentre le medesime azioni sono immorali per altri e inaccettabili. Ciò è chiaro in una situazione quale quella di questa regione, dove abita una mescolanza di religioni e culture, dove il credo di una persona non è simile a quello del suo prossimo. In Medio Oriente, libertà di religione di solito significa libertà di culto e non libertà di coscienza, vale a dire libertà di cambiare la propria religione in favore di un’altra. La situazione che si presenta qui è una situazione in cui la religione rappresenta una scelta sociale e perfino nazionale, e non individuale. Il cambiamento di religione è visto come un tradimento verso la società, fondata in gran parte sulla tradizione religiosa. Dobbiamo tuttavia ricordare sempre che ciò non chiude fuori l’amore necessario per l’unità e per la cooperazione di tutte le Chiese cristiane in Medio Oriente. È molto importante che noi pastori coltiviamo la fratellanza, in un amore sincero, ricordando le parole di Madre Teresa: se volete che un messaggio di amore sia ascoltato, dovete diffonderlo. Siamo chiamati quindi a diffondere un messaggio di amore a tutti quelli che ci circondano e che condizionano la nostra vita in molti modi.
Per quanto riguarda la comunità delle nostre sorelle e dei nostri fratelli musulmani, come pure la comunità ebraica, che convivono con noi, non possiamo che rispettare il loro credo e il loro modo di vivere. Dobbiamo coltivare il rispetto e la stima per tutte le fedi che ci circondano, mentre predichiamo il messaggio di amore e di pace in mezzo alle diverse religioni. La cooperazione con i non cristiani è molto importante per sanare ingiustizie passate e per promuovere la convivenza pacifica. Come pastori nella grande vigna di nostro Signore, vi incoraggio a procedere in umiltà, amore e comprensione, nel promuovere il grande mandato di nostro Signore in Mt 28, 19-20. Nell’umiltà, il messaggio di nostro Signore verrà sicuramente ascoltato da tutte le razze, i credi e le culture che ci circondano in questa regione.

Lasciatemi esprimere ancora una volta la mia sincera gratitudine per questo invito speciale, soprattutto a Sua Santità Papa Benedetto XVI. Auguro a tutti voi la pace dal nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Che Egli ci mantenga sempre uniti nella fede.

[00145-01.05] [DF001] [Testo originale: inglese]







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