2010-10-17 12:46:14

Intervento di Mons. Giuseppe NAZZARO, Vescovo titolare di Forma, Vicario Apostolico di Alep (SIRIA)


Il Vicariato Apostolico di Aleppo cura pastoralmente i fedeli di rito latino che vivono nella Repubblica Araba di Siria. Le origini di questi fedeli risalgono al tempo delle Repubbliche marinare d'Italia: Venezia, Genova, Pisa ed Amalfi. I mercanti di queste Repubbliche avevano stabilito in Aleppo, città strategica posta sulla via della seta che conduceva fino all'Estremo Oriente, i loro empori commerciali, col tempo si stabilirono in città in maniera fissa. I Francescani, presenti ad Aleppo fin dal lontano 1238, si occuparono della loro cura spirituale.
Oggi i fedeli di rito Latino sparsi sul territorio siriano raggiungono circa 12.000 unità. A questi si aggiungono altrettanti fedeli stranieri facenti parte delle Ambasciate, tecnici, e lavoratori di varie categorie.
Vivono nel Vicariato di Aleppo una quarantina di sacerdoti, la maggior parie di questi sono Frati Minori della Custodia di Terra Santa ai quali è commessa in modo particolare la cura pastorale dei fedeli.
Abbiamo la grazia di avere in Vicariato due monasteri di religiose contemplative (il monastero delle sorelle Carmelitane in Aleppo) ed il monastero delle Monache Cistercensi della stretta Osservanza (comunemente chiamate Trappiste) che è stato aperto solo da un paio di mesi nella zona di Azeir (Talkalakh). A queste si aggiungono un'altra ottantina di Religiose appartenenti a 12 Congregazioni differenti che, per la maggior parte prestano il loro servizio e la loro collaborazione con i parroci delle diverse chiese Orientali presenti sul territorio.
Il Vicariato Apostolico intende servire i fedeli di rito latino e contemporaneamente tendere la mano ad ogni persona che chiede di cooperare con esso, a servizio della Chiesa tutta di Siria e per la Gloria di Dio.
In questa sede desidero incoraggiare il lavoro svolto dall'Assemblea della Gerarchia Cattolica di Siria. Tuttavia auspico una maggiore collaborazione, soltanto se saremo uniti, se sapremo rispettarci l'un l'altro, daremo alla Chiesa di Siria coraggio per accettare le difficoltà cui va incontro.
La Chiesa di Siria è formata da piccole Comunità, nessuno si può considerare maggiore o più forte dell'altro. Tutti siamo in una medesima e precaria situazione. Questo fa sì che è assolutamente necessario camminare mano nella mano. Dobbiamo unire le nostre forze e sormontare i nostri sentimenti settari per far sì che nella terra che diede i natali nella fede all' Apostolo Paolo prevalga soltanto il bene comune.

[00158-01.02] [IN104] [Testo originale: italiano]







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