2010-10-17 12:45:42

Intervento del Sig. Anton R. ASFAR, Membro del Consiglio dell'Esarcato Patriarcale dei Siro-cattolici di Gerusalemme (ISRAELE), uditore


Essere un cristiano che vive in Terra Santa è un grande onore, una vocazione e una testimonianza della presenza di Cristo per tutti i cristiani. Dio ci ha concesso questa grande grazia di vivere in Terra Santa; essa implica una grande saggezza che per taluni è evidenti, mentre altri non possono comprenderla né interpretarla. Noi, cristiani di Terra Santa, viviamo in un clima che non si può trovare in nessun altro Paese del mondo. È un clima fatto di pluralismo religioso: da una parte i cristiani, i musulmani e gli ebrei, dall’altra gli arabi e gli israeliani. Chi dice che non possiamo vivere o coabitare in un tale ambiente, abbandoni pure questa terra, perché non merita di essere testimone di Cristo. Sì, noi possiamo vivere in questo spazio sacro della terra, perché là dove c’è sofferenza, ci sono la vita e la testimonianza. Come uno dei Padri ha detto un giorno, ci troviamo in un laboratorio di coesistenza: se ci riusciremo noi, il mondo intero ci riuscirà.

La gioventù cristiana in Terra Santa è una gioventù capace di costruire in modo efficace la società, ma ha bisogno del sostegno continuo e permanente della Chiesa locale e universale. I giovani cristiani in Terra Santa apprezzano molto ciò che la Chiesa fa per sostenere la loro esistenza e la loro appartenenza a questa terra.
La Chiesa cattolica in Terra Santa ha operato e opererà sempre per alleviare la sofferenza dei cristiani in Terra Santa, assicurando loro allo stesso tempo istituzioni nell’ambito dell’istruzione, della salute, come anche della pastorale, degli alloggi e dei programmi di sviluppo. Ma, nonostante la sua efficienza, tutti i suoi programmi e progetti volti a confermare i cristiani in Terra Santa, la Chiesa non ha affatto le risorse sufficienti per poter cambiare la realtà che le autorità israeliane impongono al fine di modificare l’aspetto della terra, soprattutto a Gerusalemme. Ringrazio qui Sua Eminenza, il Cardinale Folley, per essersi reso conto di questa situazione e per l’attenzione che dedica ad essa. Nel suo breve discorso, vi ha fatto allusione: “Le infrastrutture controllate dagli israeliani rendono questo difficile”. I terreni nella regione di Gerusalemme sono molto ridotti e molti rischiano di essere espropriati o venduti, ma la Chiesa non ha affatto i mezzi per acquistare quei terreni che le vengono offerti ogni giorno. Questo diminuisce le occasioni di assicurare alle future generazioni la possibilità di abitare e di confermare la loro presenza a Gerusalemme. Tutti apprezzano molto ciò che il Patriarcato latino e la Custodia di Terra Santa fanno in tal senso al fine di conservare la sua identità sacra e ciò che hanno fatto altre Chiese, ma le cifre parlano di una grande richiesta di alloggi da parte dei cristiani a Gerusalemme. Questo scoraggia i nostri giovani e aumenta i loro oneri, soprattutto economici, spingendoli così ad avere meno figli. Infatti negli ultimi tempi si constata una diminuzione del numero di figli nelle famiglie cristiane.
Eccellenze, ecco alcuni auspici:
1. Creare una cassa per la Terra Santa che si chiamerebbe Cassa per il sostegno alla presenza cristiana in Terra Santa, da mettere a disposizione del Consiglio dei Vescovi cattolici in Terra Santa, e che comporterebbe dei meccanismi particolare per raggiungere i seguenti obiettivi:
a) l’acquisto di un numero maggiore di terreni nella regione di Gerusalemme, in particolare, e di Betlemme in generale, a motivo del carattere sacro dei due luoghi e della necessità si salvaguardarvi la presenza cristiana;
b) incoraggiare i giovani a sposarsi, assicurando lor un primo aiuto per formare una famiglia cristiana;
c) assicurare il maggior numero possibile di alloggi.
2. Al fine di ridurre l’onere economico che grava sui credenti nelle due regioni di Gerusalemme e Betlemme, fare in modo che tutti gli abitanti di queste due regioni siano esonerati dalle tasse scolastiche ed universitarie, cosa che rinforzerà la loro presenza nella regione.
Ringrazio Sua Santità il Papa di avermi convocato a questo Sinodo vivo e vitale per la nostra regione e ringrazio tutti coloro che lo costituiscono.

[00156-01.07] [UD018] [Testo originale: arabo]







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