Condivisione e solidarietà: a Roma "La notte dei senza dimora"
Dormire in piazza per sensibilizzare la cittadinanza romana sulle difficoltà dei senzatetto,
condividendo per qualche ora le loro condizioni di vita. Questa la finalità della
decima edizione romana della manifestazione “La notte dei senza dimora” che si è svolta
la notte scorsa nel quartiere di San Lorenzo. L’evento è stato promosso dall’associazione
Casa di cartone in collaborazione con una decina di organizzazioni tra cui Amnesty
International, Terre di mezzo e Opere Antoniane Onlus. Giovanni Crocè ha intervistato
Girolamo Grammatico, coordinatore dell’iniziativa.
R. – Siamo
giunti al decennale e stiamo cercando di scuotere un po’ la cittadinanza. “La notte
dei senza dimora” si rivolge ai cittadini ignari del problema. Quindi, il messaggio
è far vedere che ci sono delle associazioni, c’è del volontariato, c’è gente esperta
che conosce bene il problema e che desidera avvicinare coloro che o lo conoscono male,
o sono vittime di pregiudizi o non sanno nulla di una cosa così grave che purtroppo
ci riguarda dagli anni Cinquanta!
D. – A Roma è ancora molto radicato
il fenomeno dei senza tetto?
R. – E’ aumentato il problema. E’ aumentato
visibilmente e si è anche spostato l’asse: famiglie che finiscono per strada, persone
che perdono il lavoro e finiscono per strada … Però, credo che il problema sia adesso,
attualmente, definire bene il macrocosmo dei senza dimora. A volte, nel calderone
ci si butta dentro tutto: l’immigrato, quello che è in attesa di asilo politico, il
rom …
D. – Secondo lei, in cosa dovrebbe attivarsi il comune?
R.
– Guardi, il comune dovrebbe fare una cosa sola: il problema del disagio abitativo
è legato molto alla casa. L’edilizia popolare in Italia si è ridotta del 90 per cento
negli ultimi 20 anni. Gli edifici sfitti degli enti devono essere utilizzati non dai
senza dimora – la cui gestione vedo un po’ complicata – ma almeno si dovrebbe concedere
alle associazioni che sono esperte, che lavorano sul campo la possibilità di utilizzarle
per i senza dimora.
D. – Rispetto al passato, quali sono oggi i rischi
del senza tetto a Roma?
R. – Adesso credo che il problema sia iscritto
nella percezione sociale che abbiamo di loro. Perché si è creato veramente un terrorismo
mediatico nei confronti della persona indigente, e la gente ha paura. Credo che il
rischio che corrono sia realmente quello delle aggressioni. Tanti senza dimora sono
stati aggrediti, incendiati, buttati nel fiume … Questo cosa fa capire? Che c’è una
percezione sbagliata del problema. Non che non ci siano margini di rischio nella gestione
dei senza dimora, ma confondere il problema dei senza dimora e pensare che sia un
problema di sicurezza, crea nelle persone una percezione pericolosa.