La Santa Sede all'Onu: il mondo sradichi la piaga dei bambini-soldato e lotti contro
la malaria
Due interventi, uno sulla tutela dei bambini dai conflitti armati e l’altro sulla
lotta internazionale alla malaria, hanno impegnato giovedì scorso l’osservatore permanente
della Santa Sede alle Nazioni Unite di New York, l’arcivescovo Francis Chullikatt.
Sulle principali affermazioni del presule riferisce in questo servizio Alessandro
De Carolis:
Un milione
di persone che ogni anno muoiono infettate dalla malaria, quasi tutte in Africa. Un
quarto di milione di bambini costretti a sparare e uccidere, invece che “combattere”
dietro a un pallone. Due quadri della miseria del mondo, che chiedono al mondo attenzione
e aiuto. A entrambi mons. Chullikatt ha dedicato la sua analisi e testimoniato la
preoccupazione e l’impegno della Santa Sede per ridimensionare l’impatto di entrambi
le piaghe. Parlando dei minorenni coinvolti in conflitti armati, l’osservatore vaticano
ha intanto richiamato tutti gli Stati che non lo hanno ancora fatto “a promuovere
la tutela giuridica dei bambini e degli adolescenti”, ratificando o aderendo ai Protocolli
opzionali della Convenzione sui diritti dell’infanzia, quelli che – approvati nel
2000 – riguardano oltre al coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati, la vendita
di minori, la prostituzione e la pornografia infantile. Minacciati con la reclusione
e la morte, o con la rappresaglia contro le loro famiglie, questi giovani, ha detto
il presule, subiscono gravi violazioni. Di fronte a ciò, ha insistito, “gli Stati
devono facilitare il necessario dialogo con le parti competenti in modo che questi
crimini scioccanti cessino per sempre". Un elogio del rappresentante pontificio è
andato alla Comunità di Sant’Egidio e a Caritas Internationalis, due delle
numerose organizzazioni cattoliche che si spendono per salvare i bambini dai conflitti
armati, e parole di apprezzamento sono state rivolte anche alla rappresentante Onu
in materia, Radhika Coomaraswamy. Incoraggiando poi quei bambini e quei giovani
“la cui innocenza e la dignità umana – ha detto – sono state ferite dalla crudeltà
del mondo degli adulti", mons. Chullikatt ha esortato tutte le parti in causa a lavorare
insieme "per assicurare l'amore, la cura e l'assistenza" a coloro che sono stati maltrattati
e a "promuovere un mondo di speranza, dove questi bambini – ha affermato – possano
perseguire i loro sogni e le aspirazioni di un futuro libero da violenza e spargimenti
di sangue".
Sempre giovedì scorso, prima della plenaria della 65.ma
sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, dopo aver incoraggiato gli sforzi
in corso per sradicare la povertà e promuovere la crescita e lo sviluppo sostenibile
nei Paesi africani, l’osservatore vaticano ha espresso particolare gratitudine
per la relazione sulla malaria e sui notevoli progressi conseguiti nel controllo della
malattia nel corso dell'ultimo decennio. Tuttavia, ha osservato, è necessario incentivare
l'assistenza alle donne in gravidanza, ai bambini non nati e ai giovani a rischio
di contagio, nonché rendere accessibile il test diagnostico a coloro che sono affetti
dal morbo, fornendolo “a prezzi accessibili, sicuri e, se necessario, anche gratuitamente”.
Di fronte al novanta per cento del milione di decessi annuali a causa della malaria
che si verificano in Africa, quasi un terzo di tutti i casi diagnosticati, “la nostra
attenzione – ha asserito mons. Chullikatt – deve rimanere concentrata sul trattamento,
sulla prevenzione e la ricerca”. Le risorse, ha concluso, devono continuare a essere
assegnate alla ricerca per vaccini e medicine a che abbiano prezzi accessibili.